La querelle

Agcom: ‘Rai non può oscurare Sky, accordo entro aprile’

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La Rai non potrà più oscurare i programmi agli abbonati di Sky. Lo ha deciso l’Agcom, dando alla Tv pubblica 30 giorni di tempo per inviare alla pay tv una proposta di contratto.

La Rai non potrà più oscurare i propri programmi agli abbonati di Sky. Farlo è illegittimo. Così ha deciso l’Agcom (la delibera è stata approvata a maggioranza, ndr) risolvendo un’annosa querelle che vedeva contrapposti i due broadcaster. Spetterà adesso alla Rai chiedere un compenso, ancora da definire, con una proposta di contratto “equa e ragionevole” che spedirà alla pay tv entro massimo 30 giorni.

Lo scorso anno c’era stato un tentativo da parte delle due aziende di trovare un’intesa. Operazione che però si era conclusa in un nulla di fatto. Problemi interni al Cda Rai fecero saltare il possibile accordo che era invece caldeggiato dall’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, che lo scorso anno in audizione in Vigilanza aveva ribadito: “La Rai deve smetterla di oscurare i programmi ai nostri abbonati “. Aggiungendo, “I nostri utenti hanno bisogno di tutela e devono poter vedere i programmi Rai senza essere discriminati”.

Ricordiamo anche che Sky era pronta a chiedere alla Rai un risarcimento danni pari a 50 milioni di euro per aver oscurato agli abbonati della pay tv alcuni programmi di punta del servizio pubblico. La pay tv ha, inoltre, già vinto due cause: al TAR del Lazio nel 2009 e al Consiglio di Stato nel 2013.

Adesso interviene l’Agcom, mettendo la parola fine a questa battaglia cominciata nel 2009 quando l’allora Direttore generale della Rai, Mauro Masi, decise di far oscurare i principali eventi mandati in onda sulle reti pubbliche agli abbonati della tv satellitare.

Una decisione definita da alcuni ‘scellerata’, che portò allo scioglimento di un accordo, quello tra Rai e Sky, da circa 400 milioni di euro.

Inoltre, scegliendo di criptare alcuni programmi di punta agli abbonati Sky, la Rai ha finora rinunciato ad alcuni fatturati pubblicitari che gli verrebbero da un’audience più alta.

Toccherà alla Rai adesso fare la proposta che, come ricorda l’Agcom, dovrà essere “equa, proporzionata e non discriminatoria”.