Mille giorni

Matteo Renzi: ‘In mille giorni partiti via dalla Rai’

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Matteo Renzi annuncia alla Camera le priorità del programma mille giorni, tra queste la riforma della Rai: ‘Sottrarremo la governance alle scelte di singoli partiti’.

Torna a parlare di riforma Rai il premier Matteo Renzi in occasione della infortiva di oggi alla Camera.
Dopo le tante polemiche sollevate dal DL Irpef che ha imposto alla Rai tagli per 150 milioni di euro, spingendo l’azienda a predisporre l’Ipo fino al 49% della società delle torri RaiWay, nella seduta odierna Renzi ha ribadito la necessità di procedere alla profonda revisione della Tv pubblica come azione prioritaria di questo governo.
La riforma Rai, alla quale sta già da tempo lavorando il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, sarà uno dei temi che, insieme alla legge sui diritti civili, l’uso dei fondi europei e alla riforma della scuola, verranno affrontati nel programma dei 1.000 giorni messo a punto dal governo di Matteo Renzi.
Il premier ha assicurato che “ci sarà una legge sui diritti civili” e “ci sarà la riforma della Rai in cui la governance è sottratta da scelte di singoli partiti. E queste cose – ha aggiunto – le dice il segretario del più grande partito italiano, che non ha fino ad oggi mai incontrato il direttore generale della Rai, Gubitosi”.

Ancora, il premier si è posto come obiettivo quello di “spendere bene i fondi Ue altrimenti loro porteranno via noi”. Attenzione inoltre “al sito di Expo, che sarà modello per tutta la Pubblica Amministrazione”.
Infine, ha aggiunto, “non andremo da nessuna parte se non avremo il coraggio di affrontare il tema della scuola”, ricordando che al di là dei docenti, del personale amministrativo “sono i bambini la motivazione profonda per cui il pacchetto scuola è dovuto”.

Insomma, ha spiegato il premier, “quello che ci muove è l’interesse nazionale. Un interesse non in contrasto con gli ideali europei ma il cui perseguimento deve far sì che l’Italia recuperi il proprio ruolo nel mondo”, con “una classe politica che pensi all’Italia, che torni ad aprire le finestre e guardare fuori”.

Riguardo a RaiWay, si scaldano i motori ma non cessa la polemica di chi non vorrebbe una collocazione in Borsa della società delle torri che fa capo alla Tv pubblica.
Secondo Repubblica, se il collocamento dovesse naufragare, si procederà una trattativa privata fra a Rai e i possibili compratori.
Il doppio binario, scrive Repubblica, sarebbe previsto dal decreto legge del Governo che fissa i paletti della quotazione di RaiWay. Il provvedimento, che sarà licenziato da palazzo Chigi nelle prossime ore, detta principi molto chiari: il controllo della società resterà pubblico
e la vendita di una quota fino al 49% potrà avvenire in una o più soluzioni.
Se possibile, la cessione sarà realizzata attraverso un’Ipo, forse già a ottobre. Ma sull’offerta pesano le possibili turbolenze dei mercati.
Per questo, secondo Repubblica, il Governo Renzi, di intesa con i vertici della Rai, predispone un piano B, autorizzando la Rai a condurre anche una “negoziazione diretta” con i potenziali acquirenti.
Sembra escluso, invece, l’intervento di Cdp Reti, dopo che il 35% dell’azienda è stato rilevato dai cinesi di State Grid International Development Limited.