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L’Italia rilancia il “Green new deal”, Gualtieri: gli investimenti ripartono con ambiente e digitale

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"Sosteniamo l'idea di un Green New Deal presente nel programma del Governo e della Commissione, fondato su un piano straordinario di investimenti. In questo quadro, sarebbe opportuno che la quota di finanziamenti nazionali ricevesse un trattamento diverso da quello attuale e venisse scorporata dal calcolo del deficit strutturale"

Il tempo degli scontri aspri tra Roma e Bruxelles sono finiti e con essi anche i giorni dei selfie al mare e dei proclami a colpi di tweet, gli uomini del Governo Conte bis sembrano avere le idee chiare su come questo nuovo esecutivo debba muoversi, in casa e in Europa.

In un’intervista a La Repubblica, il neo ministro dell’Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, racconta questi primi giorni di Governo che i media hanno ribattezzato “giallorosso”. Storico di formazione, romano di 53, fino alla scorsa settimana parlamentare europeo per il Pd, il nuovo responsabile delle finanze nazionali ha elencato alcuni punti, chiari e semplici: giù il debito, lotta all’evasione, riduzione delle tasse alle imprese, rilancio delle politiche sociali (tra cui ridurre le diseguaglianze tra le famiglie, accrescere l’occupazione femminile) e degli investimenti, innovazione tecnologica e ambiente.

Per rimettere il Paese sulla strada della crescita, il programma di Governo deve fare leva su sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e coesione sociale. Quasi a ricostruire un clima di fiducia e di ottimismo, che tanti economisti hanno sempre valutato come unica strada praticabile per ottenere risultati concreti.
Ma come fare? Dove trovare le risorse?

Nell’intervista rilasciata ad Alberto D’Argenio di La Repubblica, Gualtieri spiega come far ripartire gli investimenti: “Puntando su innovazione e infrastrutture, con focus particolare sulla sostenibilità ambientale e sociale”.
Leggendo le sue parole sembra ci sia piena comunanza di vedute con la Commissione guidata da Ursula von der Leyen. D’altronde, proprio Giuseppe Conte un paio di giorni fa aveva spiegato alla Presidente della Commissione europea le vere intenzioni del progetto “giallorosso”: “Costruire un’Italia digitalizzata, verde e completamente votata all’economia circolare”.

Vogliamo fare un patto con l’Europa”, ha sostanzialmente affermato il nostro Presidente del Consiglio e Gualtieri sembra riproporre questo messaggio: “Sosteniamo l’idea di un Green New Deal presente nel programma del governo e della Commissione fondato su un piano straordinario di investimenti pubblici e privati. In questo quadro sarebbe opportuno che la quota di finanziamenti nazionali ricevesse un trattamento diverso da quello attuale e venisse scorporata dal calcolo del deficit strutturale”.

L’obiettivo dell’esecutivo italiano sembra quindi essere il Green new deal, visto come uno strumento efficace per ottenere maggiore flessibilità dall’Europa, con l’obiettivo di scorporare dal calcolo del deficit gli investimenti verdi.
Su questo, si legge sul Sole 24 Ore, anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, vede nella sostenibilità ambientale una buona strada da percorrere e ha assicurato che sta lavorando per concordare una strategia con il collega all’Economia.

Lo stesso Partito democratico, è riportato su Il Messaggero, sta lavorando ad un progetto da 50 miliardi di investimenti, ma fattibile solo se l’Unione europea proponesse una “Green rule” per tutti, che consenta di smarcare gli investimenti green dal calcolo del deficit (una sorta di riproposizione della “Golden rule” per la spesa pubblica).

Dobbiamo considerare l’ambiente non più solo come un’emergenza, come un sistema da proteggere, ma anche come una…

Pubblicato da Stefano Patuanelli su Giovedì 12 settembre 2019

Anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha lanciato un vero e proprio appello all’Unione per favorisca il confronto sulla “Green rule”: “La direzione è segnata: energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare, decarbonizzazione dei modelli produttivi senza shock per il sistema industriale.
Il compito dell’UE dev’essere favorire questa “green rule”, e lo strumento più immediato può senz’altro essere quello di svincolare dal deficit gli investimenti che uno Stato mette in campo per combattere i cambiamenti climatici”.
Investimenti che nelle volontà del ministro e del Governo dovrebbero portare ad incidere maggiormente sulla salute ambientale dell’Italia e dell’Europa, ma anche a rilanciare la crescita, la competitività delle imprese e l’occupazione.