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La Ue vuole un’identità digitale per tutti. Ma userà la blockchain?

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Bruxelles vuole lanciare uno Spid europeo entro settembre del 2022, ma la nuova identità digitale europea girerà sulla blockchain?

L’Unione Europea vuole creare un quadro comune per l’utilizzo dell’identità digitale a livello comunitario. Va in questo senso la proposta avanzata dalla Commissione quest’anno, che punta sul settembre del 2022 come data di lancio. A questo punto, la domanda che sorge è semplice: questo sistema sarà bastato o meno sulla blockchain?

E’ questa una soluzione caldeggiata da più parti, secondo quanto riportato da Euractiv.

Servizi online tramite smartphone

La proposta originale, pubblicata sul sito della Commissione Ue il 3 giugno scorso, chiarisce come la Ue punti sull’identità digitale per tutti i cittadini del blocco in modo tale da poter inviare e ricevere documenti digitali conservati nei loro portafogli virtuali in modo semplice tramite smartphone.

 Inoltre, i cittadini potranno accedere in modo diretto a tutta una serie di servizi online tramite la loro ID nazionale in formato digitale e potranno farlo in tutti i paesi della Ue.

L’utilizzo dell’identità digitale dovrà sempre essere possibile per tutti i cittadini, sostiene la Commissione (vedi il comunicato ufficiale del 3 giugno 2021). L’obiettivo è consentire ai cittadini di fruire in maniera gratuita dei servizi ovunque si trovino senza costi aggiunti né ostacoli di sorta, ha detto la Commissaria alla Concorrenza e al Digitale Margrethe Vestager.

Sia che s tratti dell’apertura di un conto bancario o dell’affitto di un appartamento o dell’acquisto di un’auto usata all’estero, l’obiettivo è consentire a tutti di farlo in modo trasparente e facile.   

Ipotesi blockchain

In questo contesto, l’utilizzo della blockchain per la gestione di questo Spid europeo è già emersa come un’ipotesi concreta. L’idea è di garantire la sovranità digitale europea con un sistema blockchain che garantisce standard di privacy by design e un network di fiducia fra i diversi membri della catena. Il primo vantaggio in questo modo riguarda la sicurezza dei dati ospitati e la diminuzione del rischio di data breach visto che i dati non sono più ospitati da una singola entità.

C’è da dire però che la Commissione Europea non ha dato alcun mandato agli stati membri per adottare la blockchain per la gestione di questo Spid europeo. Di fatto, la Commissione adotta un approccio di neutralità tecnologica a priori e quindi non esprime indicazioni prima di discutere la questione con gli stati membri. Vedremo nei prossimi mesi come procederanno le cose.