Già prima di Natale il fondatore di Huawei Ren Zhengfei ha cominciato a preparare l’azienda a giorni difficili a venire. Il primo produttore cinese di apparati di rete, bersagliato dalla campagna di boicottaggio di Trump che l’accusa di rappresentare una cyberminaccia al soldo del governo di Pechino, è ormai vittima di una sorta di assedio internazionale a causa di quello che secondo alcuni esperti è stato definito “maccartismo tecnologico”. Dopo gli strali e l’embargo dell’amministrazione Usa, replicati fra gli altri da Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone (ma anche la Germania ci sta ripensando) il fondatore del gruppo cinese mette le mani avanti e si prepara alla guerriglia.
Messaggi al personale
In alcuni messaggi inviati al personale, già prima di Natale, secondo Les Echos, Ren Zhengfei evoca la possibilità di tagli di personale e di una profonda riorganizzazione come conseguenza delle pesanti accuse di spionaggio che arrivano all’estero, anche se le prove di spionaggio non ci sono.
Nuove fonti di ricavi, diminuzione del personale, riorganizzazione della rete e delle filiali.
Ren Zhengfei non scarta nessuna di queste misure per mantenere Huawei sulla breccia, visti i montanti sospetti di spionaggio industriale da parte di un numero crescente di governi (anche l’Olanda sta meditando di bandire le tecnologie della società cinese dal 5G.
Il fondatore del gruppo cinese ha deciso quindi di lanciare una vera e propria campagna di comunicazione interna ed esterna, come dimostra la recente uscita mediatica, mentre ai dipendenti sarebbero due i messaggi inviati, che indicano la rotta da intraprendere per superare la buriana.
Secondo il Financial Times, questi due messaggi – che risalgono all’inizio del periodo invernale, quindi prima dell’arresto in Canada della figlia Meng Wanzhou, direttrice finanziaria del gruppo, sono disponibili in chiaro sulla intranet del gruppo.
Nel primo, che riprende propositi che risalgono allo scorso novembre, Ren Zhengfei avrebbe detto che “nei prossimi anni la situazione non sarà brillante come immaginato in precedenza”. E per questo l’azienda dovrà prepararsi senza dubbio a momenti difficili.
Sarà peraltro necessario separare i dipendenti qualificati dai “mediocri” e ridurre i costi di mano d’opera nel gruppo che conta 180mila dipendenti a livello globale.
Si annuncia quindi un percorso più tortuoso per il futuro, con la necessità di rivedere obiettivi prefissati “irrealistici”.
Rivoluzione
“Le cose sono andate troppo bene negli ultimi 30 anni”, la sintesi del messaggio. Lo sviluppo del 5G non sarà senza dubbio “ugualmente facile di come è stato quello del 4G” e il terreno potrebbe essere pieno di mine, aggiunge ancora Ren Zhengfei usando termini che ricordano il passato da militare del numero uno della società cinese. Il campo sarà minato, ma l’esplosione non sarà generale però, anche se ci vorranno dei sacrifici. “Dovremo analizzare con cura se tutte le filiali estere sono efficaci e per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo razionalizzare l’organizzazione”. In una seconda mail separata, questa volta indirizzata alla direzione risorse umane a ottobre 2018, Ren Zhengfei fa riferimento ad una vera e propria rivoluzione societaria.