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#HDweek. Mario Vitale (Filmaker): ‘L’HD riduce i costi e alza la qualità delle produzioni’

di Mario Vitale, Filmaker |

Grazie all’HD si ha un netto abbassamento dei tempi di produzione e di conseguenza anche dei costi che permettono a registi e videomaker indipendenti (e non solo) di realizzare i propri progetti in economia senza rinunciare alla qualità.

Mario Vitale è autore del recente “Il tuffo”, cortometraggio interamente autoprodotto dalla Bunker Film con un budget risicatissimo, cui è stato assegnato il premio “Talenti di Calabria” del Mediterraneo Festival Corto 2014.

Il vantaggio dell’HD? Stimola la creatività.

Nel 2014 sono ormai ben noti i vantaggi che la tecnologia video digitale in HD ha portato nel mondo della produzione audiovisiva. Se è vero che la pellicola restituisce un’immagine della realtà qualitativamente ed esteticamente quasi inarrivabile, è pur vero che l’Alta Definizione ha portato il video ad avvicinarsi il più possibile, fino a quasi uguagliare, gli standard qualitativi della pellicola.

Ma naturalmente questa tecnologia digitale ha diversi altri fattori che giocano a suo favore, uno su tutti è il netto abbassamento dei tempi di produzione e di conseguenza anche quello dei costi che permettono a registi e videomaker indipendenti (e non solo) di realizzare i propri progetti in economia senza rinunciare alla qualità.

#HDweek è lo Speciale Key4biz dedicato all’Alta Definizione, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.
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Nel corso degli anni quindi il livello medio delle produzioni audiovisive indipendenti si è nettamente innalzato proprio perché la diffusione dello standard HD (unitamente allo sviluppo di macchine fotografiche reflex utilizzate in ambito video) ha permesso a tutti di poter realizzare prodotti dall’alto profilo tecnico e professionale che potessero essere competitivi sul mercato. Per intenderci: se in passato la differenza tra un cortometraggio realizzato in pellicola e uno realizzato in digitale SD era abissale, adesso questa differenza sta assottigliandosi sempre di più.

Ricordo ancora i tempi in cui si parlava di come George Lucas avesse girato Star Wars episodio II interamente in digitale con la leggendaria Sony CineAlta HDW-F900 che gli aveva permesso di utilizzare ottiche cinematografiche e girare in progressivo a 24fps, ottenendo i risultati che tutti conosciamo.

Oggi l’HD è diventato uno standard e ormai con poche migliaia di euro ci si può attrezzare di macchine capaci di girare con le stesse caratteristiche tecniche.

Dopo aver realizzato il mio ultimo cortometraggio (Il tuffo, ndr), mi sono chiesto in che modo l’HD avesse influito sulle mie scelte artistiche. In che modo cioè lo sviluppo di una tecnologia avesse influenzato la mia creatività. Risposta: il poter accedere a standard qualitativi professionali senza spendere cifre esorbitanti mi ha permesso di concentrarmi esclusivamente sulla storia che volevo raccontare, sull’aspetto più propriamente artistico del mio lavoro.

È questo l’aspetto più interessante dell’HD in ambito artistico: se il livello tecnico di prodotti audiovisivi è alto per tutti, quello stesso livello tecnico non varrà più come metro qualitativo del prodotto che invece sarà giudicato quasi esclusivamente per il suo contenuto artistico. Quindi paradossalmente la tecnologia HD stimola e spinge a cercare, a inventare, a pensare a contenuti dal valore artistico e creativo sempre più alto.

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