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Reddito di cittadinanza, Di Maio dice ‘subito’ e Grillo propone la blockchain di Governo

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L'obiettivo è collegare tutte le iniziative di reddito di base del mondo, creando in tal modo una rete globale "open source" e “decentralizzata” di azioni dedicate al basic income. Ma davvero la blockchain Ethereum è affidabile e sicura?

Si legge sul sito di Beppe Grillo, con data 24 giugno, un articolo dal titolo: “Nasce la piattaforma in blockchain per il reddito di base”. Un’idea interessante, visto il momento particolarmente felice per questa tecnologia e visto anche il nuovo Governo Movimento 5 Stelle-Lega che sul reddito di cittadinanza (basic income, o reddito di base) ha investito molto durante la campagna elettorale.

Sappiamo bene che ormai, da tempo, il comico genovese non compare più come volto dell’Movimento 5 Stelle (M5S), ma è anche vero che senza dubbio le sue parole hanno sempre un peso nelle scelte e nelle strategie della dirigenza (in fondo ne rimane il garante).

Tutti attendono delle indicazioni in merito al reddito di cittadinanza presente nel contratto di Governo e Grillo dice la sua, proponendo anche per il nostro Paese la tecnologia blockchain per il reddito di base offerta dalla piattaforma Horizon.ngo: “attraverso la quale le organizzazioni possono creare un progetto di reddito di base indipendente, supportando la propria comunità e contribuendo al servizio globale di reddito di base”.

L’obiettivo di Horizon, infatti, è quello di collegare tutte le iniziative di reddito di base del mondo, creando in tal modo una rete globale “decentralizzata” di azioni dedicate al basic income.

La piattaforma, sviluppata da Dirk von Heinrischshorst e Eliott Teissonniere, entrambi esperti in elettronica ed informatica, provenienti, rispettivamente, da Germania e Francia, lavora sulla blockchain di Ethereum, la seconda criptovaluta più popolare al mondo dopo Bitcoin: “l’idea generale è di distribuire token criptati, in modo che tutti possano costruire un reddito base per sè stessi”.

Il ruolo della piattaforma, che è ‘open source, si precisa nel post pubblicato da Grillo (e ripreso quasi integralmente da un altro post diffuso una settimana fa dal blog basicincome.org), è quello di “raccogliere denaro da donazioni e partnership e ridistribuirlo all’interno della rete blockchain”, mentre l’obiettivo finale è allineato a quello di molti sostenitori del reddito di base, “fornire alle persone una libertà più efficace, la possibilità di una vita più significativa e meno stressante”.

Stamattina a Roma, il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, rispondendo a margine dell’Assemblea di Confartigianato, ha dichiarato sul reddito di cittadinanza: “Subito, subito: ci sto lavorando notte e giorno”.

Il reddito di cittadinanza – ha precisato Di Maio all’Ansa – è la mia priorità più grande. La lotta burocrazia e la lotta alla povertà decideranno futuro di questo governo. Quindi ce la devo mettere tutta”.

Secondo quanto previsto dall’M5S, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere pari a 780 euro a testa e riguardare una platea indicativa di 9 milioni di persone, per un importo complessivo di 17 miliardi l’anno.

Su dove trovare le risorse necessarie lo scontro tra i sostenitori e detrattori della misura va avanti da tempo. Secondo l’M5S si possono prendere soldi dal gioco d’azzardo, dalle banche, dalle compagnie petrolifere, dalle grandi concentrazioni di ricchezze, ma anche dai fondi pubblici alle testate giornalistiche e dalla spesa per la politica.

L’Ethereum è una soluzione valida?

Teoricamente potrebbe anche esserlo, ma non si deve dimenticare che da sempre questa criptovaluta soffre di problemi di scalabilità, cioè è scarsa la sua capacità di funzionare correttamente nel caso di un aumento di dimensioni del sistema, nel caso quindi di una sua adozione crescente (che è il caso prospettato da Grillo); poi c’è la complessità computazionale legata a questa valuta, che cresce al crescere dell’utilizzo e che di fatto rende poco profittevole il mining; la privacy è vulnerabile, così come la sua sicurezza informatica (e cybersecurity); senza contare gli ostacoli di ordine regolatorio (nazionali ed internazionali).

Ad esempio, su Agcnews, si evidenzia quanto in queste ultime settimane di forte incertezza del mercato delle criptovalute, nonostante Ethereum sia la piattaforma preferita per i progetti di blockchain, un numero crescente di alternative sembrano garantire maggiori performance in termini di rapidità ed efficienza, come Eos, Neo, Cardano o Icon.

Secondo quanto riportato da Asia Times, “Ethereum è affetta dal problema della scalabilità e per questo motivo non può offrire tassi di transazione ad altissima velocità sulla blockchain esistente, rallentando sotto un carico pesante”.

L’unico modo per superare tale limite potrebbe essere la tecnica “sharding”, che prevede la divisione dei dati su più server per frammentare il libro mastro digitale, così da facilitare la transazione sfruttando solo il frammento pertinente e non l’intera blockchain.

Qualcosa di simile accada anche con altre soluzioni, come Plasma e Casper, che rendono la piattaforma più veloce nei processi.