Il libro

Democrazia Futura. Cura dell’ambiente e cura dell’essere umano, due impegni inseparabili

di Cecilia Clementel, psichiatra e psicoterapeuta |

Le conseguenze dell’eccesso del relativismo e della guerra alle tradizioni culturali. La recensione per Democrazia Futura del nuovo libro della giornalista di Radio Vaticana, Fausta Speranza: "Il senso della sete".

La psichiatra e psicoterapeuta Cecilia Clementel presenta il saggio della giornalista di Radio Vaticana Fausta Speranza, Il Senso della sete. L’acqua tra diritti non scontati e urgenze geopolitiche, sottolineando che “Cura dell’ambiente e cura dell’essere umano [sono] due impegni inseparabili”.

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Cecilia Clementel

Le foto del pianeta terra sono blu perché l’acqua ricopre il 71 per cento del pianeta, di acqua si compone il corpo umano (nella proporzione del 50 per cento nelle donne e 60 per cento negli uomini). Il libro Il Senso della Sete[1] è una panoramica di temi: parte dal ciclo dell’acqua e gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile, tratta di tematiche ecologiche come lo scioglimento dei ghiacci, i conflitti per ‘l’oro blu’ in Africa e Medio Oriente (il Nilo e l’Eufrate), i rischi di alluvioni, la carenza di acqua potabile per una gran parte della popolazione del globo.

Fausta Speranza

Giornalista di Radio Vaticana, Fausta Speranza collabora con diversi giornali e si occupa di politica internazionale e comunicazione. Si prendono le mosse dall’Enciclica papale Laudato sì del 2015 che vede il creato come bene comune che Dio ci affida come dono da proteggere e non solo da sfruttare. Come introduzione al libro troviamo una lettera del Papa all’Autrice e quattro introduzioni da parte di altrettanti professori universitari: un economista, un costituzionalista, uno studio di affari internazionali, un esperto di innovazione tecnologica. Mi soffermo sull’introduzione di Vandana Shiva, notissima ed influente economista-ecologista indiana che ricorda come l’India sia nutrita concretamente ma anche spiritualmente dal Gange: ‘I fiumi sono sacri’.

Il tema della sacralità della natura e della necessità di un diverso rapporto fra umanità e il mondo naturale è un filo che lega i capitoli del libro che variano da l’acqua in borsa, acqua e salute, il ruolo delle risorse idriche nei processi di industrializzazione al fatto che nel XX secolo i consumi di acqua sono aumentati di dieci volte e dovunque si estendono i deserti.

Le risorse idriche figurano come strumenti anche nelle guerre e le pandemie sono effetti collaterali delle catastrofi ecologiche, tali pandemie hanno illuminato le carenze dei sistemi sanitari e gli effetti negativi di privatizzazioni selvagge.

Le siccità hanno anche conseguenze politiche ed economiche: migrazioni e sommosse, storicamente siccità hanno condotto all’abbandono di centri urbani e al collasso di importanti civiltà mesoamericane.

Accanto alla sorprendente ricchezza di informazioni[2] è presente in questo libro un discorso storico (le tematiche vőlkisch di naturalismo romantico, misticismo, darwinismo sociale e razzismo durante la Repubblica di Weimar confluite nel credo nazista) e ideologico. Speranza sostiene che volendo estirpare le radici della violenza la cultura occidentale contemporanea ha mosso guerra alle tradizioni culturali, i criteri estetici e le norme etiche e religiose prevalenti nell’era moderna, dilatando a dismisura lo spazio dei diritti a scapito dei doveri.[3]  Vengono criticati gli eccessi del relativismo culturale, del libertarismo che riduce il soggetto ad una funzione desiderante, l’idea che la civilizzazione rappresenti una minaccia per l’equilibrio ambientale e una colpa da espiare, questo tende a cancellare la superiorità spirituale dell’essere umano nel creato.

Il testo critica infine una totale sovrapposizione fra identità e autodeterminazione soggettiva per cui individuo o gruppo sarebbero liberi di definire la propria natura indipendentemente da condizionamenti biologici, storici e culturali (per esempio l’identità di genere viene presentata come un’opzione da scegliere).

La conclusione è che non vi può essere cura dell’ambiente senza cura dell’essere umano e viceversa. Posso affermare che un essere umano di cui non ci si cura non può essere in grado di proteggere il suo ambiente.

L’orizzonte del libro, nella seconda parte si rivela ancora più ampio e ricco, con un aggiornamento sulle ricerche dell’acqua nel sistema solare ed il loro scopo.

Il libro esamina brevemente le tecniche per la produzione dell’idrogeno ’verde’ dalla scomposizione dell’acqua. Qui aggiungo il caveat che l’idrogeno verde (prodotto con energia rinnovabile) al momento è solo l’1 per cento dell’idrogeno, il restante 99 per cento richiede l’uso di energia fossile, inoltre l’idrogeno non è fonte energetica ma è utile per lo stoccaggio dell’energia (“vettore energetico”).

Fausta Speranza riporta interessanti sperimentazioni in corso: vengono descritte coltivazioni idroponiche in serra che permettono di risparmiare fino al 90 per cento dell’acqua usando sistemi circolari di irrigazione[4].

Riprendendo le tematiche di Vandana Shiva viene sottolineato il ruolo delle donne (le protagoniste preistoriche della rivoluzione agricola) nella lotta contro la distruzione delle foreste in corso e per la difesa della biodiversità, Speranza sottolinea la necessità di essere all’ascolto di comunità autoctone la cui inventiva e adattabilità si sono dispiegate per secoli sul territorio da loro abitato e difeso.

Si parla di un’agricoltura che produce meno ma distribuisce meglio.

“Una strategia da perseguire: favorire ogni forma di integrazione delle economie come soluzione possibile al cambiamento climatico. E il Mediterraneo sarebbe davvero un’altra volta culla di nuova civiltà[5]

Posso aggiungere ‘con buona pace di Frontex’?

Nella terza parte si precisa la versatilità del libro, che offre in testa a ciascun capitolo una citazione, ad esempio, da Michail Gorbaciov: “I popoli viaggiano sull’acqua. I popoli scrivono, cantano, danzano e sognano l’acqua”. Accanto alla scienza, ecologia e geopolitica dell’acqua si allineano i contributi umanistici.

Per l’acqua sulla superficie lunare viene scomodato Leopardi, poeta ma anche matematico e astronomo, si cita anche Fabrizio de André: “Guardate l’idrogeno tacere nel mare, Guardate l’ossigeno al suo fianco dormire” e la risonanza dell’immaginario intorno all’acqua, fonte della vita[6] è esplorata nelle religioni, la letteratura, l’arte, il cinema e l’architettura; viene ripreso il tema della sacralità dell’acqua, fonte e origine della vita.

Questa ricerca procede per associazioni non sistematiche, nate dagli interessi e dalle letture dell’Autrice.

Iniziamo da ‘le acque’ nella Bibbia che scrive al primo paragrafo ‘lo Spirito aleggiava sopra le acque’ e che identifica la salvezza con il passaggio attraverso le acque del Mar Rosso. In tutte le religioni l’acqua ha valore di purificazione rituale.

La simbologia dell’acqua si associa a quella del giardino: nel cantico dei cantici l’amata afferma: ‘Io sono una fontana che irrora i giardini/ pozzo d’acque vive/ che sgorgano dal Libano’.

Nell’ebraismo Dio fa sgorgare l’acqua dalla roccia nel deserto (acqua fossile?) e sono descritti numerosi incontri ai pozzi.

Nel cristianesimo Gesù descrive sé stesso come fonte di acqua viva: “chi beve di quest’acqua non avrà più sete”; il battesimo (un’antica pratica rituale) diventa “battesimo in acqua e Spirito”.

Nel Corano Dio ha creato tutti gli esseri viventi dall’acqua, chi invoca gli idoli al posto di Dio “è come chi stende le mani all’acqua per portarsela fredda alla bocca e non riesce a farlo” (Cor. 57).

Per i buddisti l’acqua simboleggia purezza, chiarezza e tranquillità. Il poeta e mistico indiano Goswami Tulsidas afferma: “Quando confluisce nell’acqua dell’oceano, l’acqua del fiume si acquieta, come l’anima quando trova il Signore”.

Troviamo persino una riflessione su ‘la memoria dell’acqua’ nella teoria della medicina omeopatica, un excursus storico sulle terme romane e la terapia idrologica o termale. Segue la tappa letteraria da Omero e Dante Alighieri fino a Johann Wolfgang von Goethe, Alessandro Manzoni e Giuseppe Ungaretti: ”Stamane mi sono disteso/in un’urna d’acqua”.

Non poteva mancare Venezia (Per una civiltà dell’acqua[7]) con il suo Water Museum (del quale ignoravo l’esistenza) che raccoglie patrimoni acquatici naturali e culturali; la barriera Moses e l’acqua alta del 2019. “L’acqua resta ancora l’elemento più misterioso e incontrollabile dell’universo”.

Il ritmo di questo zibaldone sull’acqua è impetuoso e sostiene la concentrazione su di un tema che, più che vasto, è infinito, l’Autrice stessa lo descrive nella sua conclusione[8]: “lavoro di denuncia, riflessione ma anche recupero della memoria spirituale, storica e artistica”.

Come ultima suggestione riporto la chiave finale del film Samsara (2001) diretto da Pan Nalin. Il titolo si può tradurre dal sanscrito come “oceano dell’esistenza”.

Come si può impedire a una goccia d’acqua di asciugarsi? Immergendola nel mare[9].


[1] Fausta Speranza, Il Senso della Sete, L’acqua tra diritti non scontati e urgenze geopolitiche, Roma, Infinito, 2021, 208 p.

[2][2] Si veda Fausta Speranza, Il Senso della Sete, op. cit. alla nota precedente,  p. 65 sui rischi dello scioglimento del permafrost cui conseguirebbe un massiccio rilascio di gas serra.

[3] Ibid. p.74.

[4] Ibid. p.122.

[5] Ibid. p.145.

[6] Ibid. p.151 si cita Talete di Mileto: ‘L’acqua è la sostanza da cui traggono origine tutte le cose’.

[7] Ibid. p. 211.

[8] Ibid. p. 249.

[9] Ibid. p. 248.