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Come sostenere la diffusione della blockchain in Italia?

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La situazione nel nostro Paese non è delle più rosee, ma neanche delle più drammatiche. L’esigenza più stringente, al momento, è rendere nota la blockchain al grande pubblico, affinché le possibili applicazioni su larga scala non vengano inevitabilmente limitate dallo scarso interesse sul tema.

Enterprise 4.0 è una rubrica settimanale dedicata ai processi di innovazione aziendale a cura di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Se esiste una tecnologia in grado di modificare il nostro modo di vivere nei prossimi anni, questa è la blockchain. Il problema maggiore al momento, che rischia di minare la competitività italiana nel settore, è la scarsa conoscenza riguardo il funzionamento e le possibili applicazioni. Da una ricerca Ipsos del 2019 questa situazione emerge chiaramente.

I dati rivelano che il 68% della popolazione non ha mai sentito nominare la blockchain, il 17% ne ha sentito parlare ma non sa come funziona e solo il 20% si ritiene informato. Tra coloro che la conoscono, il 53% reputa la blockchain importante per la propria vita futura, e il 68% essenziale per lo sviluppo economico del Paese.

La situazione migliora decisamente se si prendono in considerazione i quadri aziendali italiani. In questo caso, ben l’85% afferma di averne sentito parlare e di sapere come funziona, il 72% la ritiene importante per la propria vita e il 78% pensa che sia fondamentale per lo sviluppo economico del Paese.

Al momento, la blockchain è strettamente legata, nella mente del pubblico, alle cryptocurrency, anche se cresce sempre più la considerazione per le sue caratteristiche intrinseche (sicurezza, trasparenza, controllo, crittografia, etc.) in riferimento ad altri campi d’applicazione, come distribuzione, registri digitali, condivisione dati, smart contract e pubblica amministrazione.

La situazione non è, quindi, delle più rosee, ma neanche delle più drammatiche. L’esigenza più stringente, al momento, è rendere nota la blockchain al grande pubblico, affinché le possibili applicazioni su larga scala non vengano inevitabilmente limitate dallo scarso interesse sul tema. Allo stesso tempo, però, è la stessa tecnologia a risultare di difficile comprensione, non essendo immediatamente intuibile da un non addetto ai lavori. Come fare quindi per sostenere la diffusione della blockchain?

In primo luogo, andrebbe impostato un programma di divulgazione sui concetti base e sulle possibili applicazioni di questa tecnologia. Come? Portando avanti attività e progetti, basati sulla blockchain, che possano influire sulla vita di tutti. Sotto questo punto di vista Carrefour, che ha creato nel 2018 una blockchain per permettere al pubblico di controllare la filiera di alcuni suoi prodotti, è stato l’apripista del settore.

Il suo funzionamento è molto semplice; il sistema fornisce al consumatore tutte le informazioni relative al prodotto, a partire dalla filiera di produzione, fino alla tavola.  Il consumatore è quindi in grado, tramite un QR code presente sulla confezione, di risalire alla “storia” del cibo che sta per consumare.

Alcuni esperti di settore, quali la rivista The Cryptonist, hanno messo in dubbio il funzionamento di questa blockchain. In generale le incertezze riguardano la possibile falsificazione dei dati, essendo la validazione delle informazioni affidata allo stesso soggetto che le comunica. La testata giunge perfino ad affermare che, in verità, quella di Carrefour è difficilmente definibile come una blockchain, essendo preclusa ai soggetti esterni.

Sebbene le critiche mosse contro questa iniziativa siano corrette, la sua utilità va ben al di là di quanto si pensi. Grazie a Carrefour molti italiani, magari incuriositi, hanno avuto la possibilità di approcciarsi alla blockchain o di migliorare la conoscenza dei meccanismi alle sue spalle.

Rimane la speranza che nel futuro possano nascere sempre più progetti di questo tipo, anche perché i possibili campi di applicazione sono veramente tanti. Per citarne alcuni:

1. E-Commerce: garantire l’autenticità dei documenti relativi a trasferimenti di denaro e acquisti conclusi tramite e-commerce B2B;

2. Programmi Fedeltà: creare un coin virtuale che, avente la stessa funzione dei tradizionali punti, viene utilizzato per ottenere sconti o comprare prodotti terzi;

3. Internet of Things: si potrebbe utilizzare la blockchain per mettere in sicurezza da attacchi informatici gli smart objects, che oggi risultano facilmente attaccabili da soggetti esterni;

4. Smart Contract: ogni settore economico, da quello assicurativo, alle pubbliche istituzioni, gioverebbe profondamente dell’utilizzo degli smart contract basati sulla blockchain;

5. Servizi Peer-2-Peer: le applicazioni blockchain permettono l’interscambio peer-2-peer in sicurezza e con grande velocità e facilità. I campi applicativi sono molteplici;

6. Welfare e Pubblica Amministrazione: grazie all’autenticazione dei dati personali via blockchain ogni servizio viene velocizzato e può essere realizzato online (healthcare, fisco, etc.);

7. Brevetti, Titoli di Proprietà, etc.: i documenti che legano il possesso di un oggetto e di una proprietà intellettuale a un soggetto guadagnerebbero in sicurezza e trasparenza, se fossero creati e condivisi tramite blockchain.

Il futuro è condivisione; una tecnologia come la blockchain, basata su questo concetto, non può che continuare a crescere e prosperare. Per non perdere un’altra occasione, aziende e pubblico dovranno seguirne lo sviluppo tecnologico in prima persona.

Photo by Hitesh Choudhary on Unsplash