Le reazioni

Brexit e ora? Conto salato per il settore Tech

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I peggiori timori della Tech Industry britannica si concretizzano con la vittoria del ‘leave’. Incertezza economica e rischio fuga degli investimenti i rischi maggiori per Londra.

I timori pre-referendum del settore Tech si sono avverati e ora la Brexit presenterà il conto soprattutto agli imprenditori del Regno Unito, schierati in modo compatto per il ‘remain’ ma traditi dall’esito del voto fuori dalla City.

E ora quali saranno le conseguenze dell’uscita di Londra dalla Ue? E’ vero che il Regno Unito è da sempre con un piede fuori dall’Unione, ma il crollo della sterlina e le fibrillazioni delle borse indicano chiaramente che l’uscita non sarà indolore per l’economia britannica.

In primo luogo, si teme una fuga degli investitori stranieri dal Regno Unito, un’emorragia che rischia di colpire duramente il settore finanziario, le startup e il business internazionale. Un duro colpo per la City di Londra, culla di startup, che al voto si è schierata compatta con il 75% dei voti per il ‘remain’.

Ma il sentiment della capitale britannica non si è riflesso nel resto del paese: lo spoglio delle urne dice che altrove, ad esempio a Newcastle, il fronte del ‘remain’ ha prevalso soltanto per un margine molto basso, poco sopra il 50%, mentre in altre realtà come Sunderland il fronte del ‘leave’ ha messo a segno il 68% delle preferenze.

E’ vero che ora ci vorranno almeno un paio d’anni per mettere a punto tutti i trattati che sanciranno l’uscita dalla Ue, ma ne frattempo ecco quali sono le possibili conseguenze della Brexit sul settore Tlc, su quello tecnologico, sul rischio di un impoverimento di skill tecnologici nel Regno Unito e sul Digital Single Market.

 

Effetti sul roaming

Secondo un report dell’Economist, il roaming sarà il tema più caldo e fonte di potenziali conflitti nella Ue del periodo post Brexit. Ma in questo caso sembra che la Ue abbia fissato la strada maestra che porterà all’abolizione del roaming fra un anno esatto, a giugno 2017, e l’Economist ha forti dubbi che l’Ofcom, anche ora con la Brexit, torni sui suoi passi per ripristinare le vecchie tariffe.

Secondo la società di analisi Strand Consult, “Per diversi anni, la Commissione ha pubblicato un comunicato stampa sul taglio alle tariffe del roaming giusto prima della pausa estiva, ripetendo sostanzialmente il messaggio dell’anno precedente. Un messaggio molto semplice: la Ue vi garantisce prezzi più bassi quando partite in vacanza – dovreste essere felici”.

In diverse occasioni Strand Consult ha criticato aspramente il taglio alle tariffe del roaming e le conseguenze ‘disastrose’ per il settore evidenziando, ad esempio, il forte rischio di  ‘arbitraggio mobile’, ossia l’acquisto di schede sim e servizi nei paesi in cui costano di meno – come la Lituania – per essere usati dove i prezzi sono più alti, come la Gran Bretagna.

Consolidamento

Anche nel caso dell’intransigenza dell’Antitrust Ue nei confronti delle fusioni nel settore, Strand Consult ha più volte criticato il conflitto tra la DG Competition guidata daMargrethe Vestager – che baserebbe le sue decisioni su basi tutt’altro che rigorose e su dati che di scientifico hanno ben poco  – (come per la bocciatura della fusione 3Uk-O2) – e la DG Connect che invece sta lavorando, e bene, affinché l’Europa colmi il gap nelle tecnologie digitali.

Net neutrality

Secondo Strand Consult, le line guida proposte dal Berec sarebbero state sostanzialmente scritte da un lobbysta di Google.

Le regole Ue sulla net neutrality, che secondo Strand metterebbero a rischio le attività di molti MVNO“sono un altro esempio di ‘feel good/look good politics’, attraverso cui la Ue vuol farsi bella agli occhi dei cittadini”.

Cosa deve fare il settore per affrontare queste sfide?

 

Strand depreca il fatto che molti Ceo di società tlc non prestano la necessaria attenzione alla regolamentazione, in particolare per quanto concerne la net neutrality. Una ignoranza pericolosa proprio nel momento in cui il Berec vara delle linee guida che potrebbero avere un impatto molto negativo sul settore non solo in Europa.

L’industria deve lavorare sodo e reinventarsi e anche ‘vendersi’ come una forza in grado di “lottare contro un sistema politico corrotto e di proteggere i consumatori”, rivendicando il ruolo di garanti nei confronti dei loro clienti. Devono, in ultima analisi, “dimostrare leadership”, conclude Strand.

 

L’impatto sul Digital Single Market

La Ue, nell’ottica di creare un Digital Single Market, ha realizzato un quadro normativo che copre il settore Telecom (reti fisse e mobili), Internet, il settore broadcasting e tutti i servizi di trasmissione. Il framework comprende le norme sui sistemi di trasmissione di segnali su rete fissa, via radio, su reti ottiche e satellitari, sistemi elettrici via cavo ecc. Reti usate per il broadcasting televisivo e via cavo, a prescindere dalla informazioni veicolate.

Con la Brexit, Brexit, il quadro normativo britannico che ha implementato tutte le direttive europee in materia del framework europeo resterebbe in vigore finché il Regno Unito non deciderà di modificarlo. Senza dubbio ci saranno delle difficoltà nel rispetto delle norme europee inserite nel sistema legislativo britannico. Tutto dipenderà dai rapporti che si instaureranno fra Regno Unito e Ue in caso di Brexit.

Il pacchetto Telecom

 

Il framework europeo gioca un ruolo importante per quanto riguarda le Condizioni Generali, le condizioni del Servizio Universali e quelle che regolano il mercato delle tlc (Communications Act del 2003) nonché sul modo in cui l’Ofcom controlla gli operatori britannici. Il framework inoltre impone all’Ofcom degli obblighi, per la promozione della Concorrenza, lo sviluppo del mercato interno della Ue e la difesa dei cittadini della Ue. Con la Brexit, senza dubbio ci sarà un cambio di attenzione a favore dei cittadini britannici (e non più verso quelli europei). Il Governo di Londra e l’Ofcom potrebbero poi mettere mano alle regole specifiche del settore Tlc per andare incontro alle esigenze dei consumatori britannici.