l'analisi

Net neutrality. John Strand: ‘Regole Ue a scapito dei MVNO. E Google & Co. ringraziano’

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Il sempre caustico John Strand ne è sicuro: le linee guida del Berec mettono a rischio operatori come Gay Mobile e altri MVNO di nicchia.

Forse non tutti sanno che in Danimarca esiste un operatore mobile virtuale che si chiama Gay Mobile, creato dal MVNO CBB insieme a imprenditori della comunità LGBT. Negli Usa esiste invece un operatore che si chiama Defense Mobile ed ha come target i milioni di veterani americani, mentre in Belgio e in Germania Ay Yildiz e ePlus hanno strategie improntate a conquistare gli utenti della comunità turca.

Ma cos’hanno in comune questi operatori? Niente, in apparenza, se non che il loro modello di business, caratterizzato dalla differenziazione dell’offerta per diversi segmenti del mercato potrebbe essere messo a rischio dalle linee guida sulla net neutrality presentate la scorsa settimana da Berec e attualmente in fase di consultazione pubblica. Così, almeno, sostiene l’analista John Strand spiegando che l’approccio invasivo delle nuove regole europee potrebbe avere ripercussioni negative proprio su quegli operatori che non hanno una propria rete ma usano modelli di business creativi e contenuti specifici per attrarre utenti, andando di contro a beneficio di società come Apple e Google, che hanno il controllo sulle app e quindi sui contenuti veicolati sui nostri smartphone.

La critica di Strand si rivolge in particolare alle disposizioni sulle offerte zero-rating (la cosiddetta “discriminazione in positivo”, quando cioè il traffico verso alcuni siti o applicazioni non viene caricato in bolletta) che saranno consentite solo in casi specifici e che non abbiano impatto sui diritti e la scelta degli utenti finali.

Ma, spiega l’analista, “questi operatori virtuali usano i contenuti zero-rate perché possono essere importanti per siti delle associazioni non-profit LGBT e per diffondere informazioni sui diritti” della comunità delle persone lesbiche, gay, bisex e transessuali.

Un esempio su tanti per far capire come le nuove regole sul cosiddetto Open Internet – che non sono per niente piaciute neanche agli operatori tlc –  impediranno la crescita di questa diversificazione nel mercato, mettendo a rischio il business model di chi ne ha fatto la propria forza.

Allo stesso modo, le regole Ue, dice Strand, vanificheranno “gli sforzi delle comunità e degli imprenditori che vogliono promuovere contenuti e servizi specifici per determinati gruppi sociali, obbligandoli a utilizzare piattaforme mainstream come Google Search e Google Play, dominate da fornitori molto potenti economicamente”.

John Strand ha già denunciato in passato come il Berec, nel processo di definizione delle line guida sulla net neutrality, si sia avvalso della consulenza di ‘esperti’ troppo vicini alle parti in causa – nella fattispecie a Google – e abbia tenuto incontri a porte rigorosamente chiuse annunciati solo con 24 ore di anticipo e da documenti top secret come nella migliore tradizione dei film di spionaggio.

Google, dice Strand, negli ultimi 5 anni ha finanziato le principali associazioni europee a sostegno della net neutrality con donazioni per oltre 1,6 milioni di dollari.

Gli operatori virtuali, invece, non hanno alle spalle le potenti lobby che portano avanti gli interessi delle web company e degli operatori tlc (anche loro, è da dire, fortemente critici verso le nuove regole sulla net neutrality). Di conseguenza, dice Strand, Google “dovrebbe mandare un grande ringraziamento al Berec per la protezione che sarà garantita alla sua quota di mercato e ai ricavi futuro, che compenserà abbondantemente la multa antitrust potrebbe comminargli”.