Il referendum

Brexit: cosa succede nel settore Tlc se vince il sì?

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Analisti alle prese con l’impatto sul settore Tlc in caso di vittoria del sì al referendum sulla Brexit del 23 giugno. Il nodo più complesso riguarderebbe il roaming.

Quali sarebbero gli effetti di un’eventuale Brexit sul settore delle Tlc? Cosa succederebbe nel settore delle telecomunicazioni se il referendum britannico del 23 giugno si chiudesse con la vittoria del sì e il Regno Unito uscisse dalla Ue? La industry e gli analisti si dividono con previsioni che, vista la mole di trattati europei e regole in ballo, sono concordi su un fatto: di certo sarebbe un bel caos per la Ue e l’impatto economico per l’economia britannica sarebbe pesante, con conseguenze economiche negative in termini di Pil e disoccupazione cheche si sentirebbero almeno fino al 2020 e un calo del valore della sterlina del 14-15% sul dollaro. Per le Tlc, il roaming sarebbe il capitolo più controverso.

Il report dell’Economist

L’Intelligence Unit dell’Economist ha da poco realizzato un report – si intitola “Out and Down: Mapping the Impact of Brexit” – per mappare le conseguenze concrete sul business di un’eventuale bye bye del Regno Unito all’Unione Europeo in alcuni settori (finanza, assicurazioni, retali, automative, healthcare, energia e telecom). Da tempo l’Economist ha fatto sapere di essere contrario alla Brexit, una scelta che provocherebbe la diminuzione del 6% del Pil britannico entro il 2020. Un danno economico cui si aggiungerebbe uno scenario di instabilità politica, con l’emergere di dubbi significativi sulla tenuta e sulla coesione del governo a Londra. “L’impatto sarà serio e prolungato”, secondo il report, secondo cui nel periodo 2016-2020 un’eventuale uscita del Regno Unito dalla Ue provocherebbe incertezza, declino e depressione in tutti i settori mappati (fra cui ovviamente anche le Tlc).

L’impatto sul roaming

In particolare, per il settore delle Tlc il report dell’Economist i problemi principali riguarderebbero la regolazione e il roaming. Al momento è alquanto complicato calcolare in che modo la risoluzione dei i molteplici trattati, accordi e regolamenti pan-europei in materia impatterebbe sul settore nel Regno Unito.  A prima vista, però, non sarebbe una tragedia apocalittica per il settore Tlc, anche se il Regno Unito fuori dalla Ue sarebbe costretto a negoziare una serie di accordi commerciali bilaterali con i singoli stati per abolire le tariffe di roaming o quanto meno per arrivare a tariffe più basse per i suoi cittadini.

Il mercato delle Tlc nel Regno Unito non sarebbe colpito in maniera tragica dalla Brexit, almeno non tanto quanto lo sarebbero altri settori. Il perché è presto detto. “I consumatori nel settore Tlc hanno rapporti con gli operatori principalmente a livello nazionale, mentre non c’è troppo commercio in ballo per quanto riguarda i prodotti Tlc e quindi nessun impatto significativo sui livelli di import-export”, sostiene il report.

Tariffe di terminazione

Mike Conradi, Partner dello Studio DLA Piper, sintetizza così l’impatto di un’eventuale Brexit sul settore Tlc

  • Perdita di influenza del Regno Unito sul quadro delle regole Ue nel settore Tlc. Il Regno Unito è da sempre un supporter della rimozione di paletti normativi non strettamente necessari, quindi la sua uscita dal consesso europeo potrebbe favorire un approccio regolatorio più interventista (più paletti) nel settore Tlc.
  • Più indipendenza. A corollario di un’eventuale Brexit, il Regno Unito potrebbe muoversi più liberamente, eliminando le regole europee che frenano il mercato Tlc. Ad esempio, il Regno Unito potrebbe rifiutare di applicare le regole Ue sulla Net Neutrality, che rischiano di aumentare gli obblighi per le Tlc europee e di frenarne il business. Regole che, in caso di Brexit, il Regno Unito potrebbe decidere di non applicare.
  • In caso di Brexit, i consumatori britannici rischiano di non godere del taglio delle tariffe valido nella Ue e di pagare molto salato chiamate e navigazione all’estero. I turisti e i manager che si trovassero nel Regno Unito rischiano di dover pagare anche loro un roaming molto caro.
  • Tariffe di terminazione. Diversi stati Ue consentono agli operatori nazionali di far pagare un extra agli operatori extraeuropei per le chiamate ai loro clienti mobili. Tariffe di terminazione molto più salate rispetto a quelle applicate agli altri operatori dell’area Ue.  Se il Regno Unito lascerà la Ue, alcuni utenti britannici potrebbero trovarsi a dover pagare molto più caro per chiamare numeri mobili in alcuni paesi (ad esempio l’Italia).

Salvagente Ofcom

Ovviamente ci sarebbe in ballo la non secondaria questione del Digital Single Market, ma secondo il rapporto dell’Economist il roaming sarà il tema più caldo e fonte di potenziali conflitti nella Ue del periodo post Brexit (eventuale). Ma in questo caso sembra che la Ue abbia fissato la strada maestra che porterà all’abolizione del roaming fra un anno esatto, a giugno 2017, e l’Economist ha forti dubbi che l’Ofcom, in caso di Brexit, torni sui suoi passi per ripristinare le vecchie tariffe.

Brexit: operatori vs consumatori

Secondo il sito Telecoms.com, la società di consulenza finanziaria Oxera sostiene che gli operatori nel Regno Unito sarebbero avvantaggiati in caso di Brexit rispetto ai consumatori.

Restando nella Ue, secondo Oxera, gli operatori britannici subirebbero perdite complessive di 500 milioni di sterline all’anno (in particolare dovute appunto all’abolizione del roaming da parte della Ue) che potrebbero (potenzialmente) risparmiarsi lasciando la baracca europea e ripristinando le vecchie tariffe.

In altre parole, se il Regno Unito resterà nella Ue gli operatori mobili in Uk aboliranno il roaming nel 2017, in linea con le decisione della Ue, e a guadagnarci saranno i consumatori che vedranno le tariffe voce, dati e Sms diminuire in maniera sostanziale dopo il 2017.

Detto questo, anche se il Regno Unito lasciasse la Ue resta il fatto che l’Ofcom, il regolatore britannico delle Comunicazioni, è da sempre considerato il modello da seguire da parte di tutte le Authority della Ue e che un’eventuale uscita del paese di sua maestà dal consesso europeo non cambierebbe questo dato di fatto da un giorno all’altro.