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Blockchain e smart contract. A che punto sono le banche italiane?

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A febbraio 2019, intanto, è partito “Spunta Banca Dlt”, il primo importante progetto che porta la tecnologia blockchain all’interno delle banche italiane. Ecco di cosa si tratta.

La rubrica “Digital & Law” è curata da D&L Net e offre una lettura delle materie dell’innovazione digitale da una prospettiva che sia in grado di offrire piena padronanza degli strumenti e dei diritti digitali, anche ai non addetti ai lavori. Per consultare tutti gli articoli clicca qui.

Il lockdown ha smosso qualcosa. Certamente ha fatto crescere notevolmente le transazioni online, spingendo milioni di italiani a effettuare l’acquisto di beni e servizi in rete, accelerando l’adozione di sistemi di identificazione e autenticazione come SPID, passato da 5.685.148 a 7.058.576 dall’inizio del 2020, con un incremento del 24%.

Per alcuni settori, come quello del commercio elettronico, la promessa di maggiore efficienza, tuttavia, non è stata mantenuta: problemi logistici dovuti alla massiccia richiesta hanno ingolfato il sistema, portando giganti come Amazon a dare preferenza ai beni di prima necessità e spostando le consegne degli altri beni anche di diverse settimane.

È andata meglio al settore bancario e finanziario, che sta adottando modelli di business orientati sempre di più all’uso delle nuove tecnologie, in particolare della blockchain, nonostante si attendano ancora le Linee guida AgID che individuino gli standard tecnici che le tecnologie basate sui registri distribuiti (DLT) debbano possedere per produrre gli effetti di cui all’art. 41 Reg. UE 910/2014 (eIDAS), relativo alla validazione temporale.

Come il settore bancario e finanziario sta ingranando la marcia del digitale

A febbraio 2019, intanto, è partito “Spunta Banca Dlt”, il primo importante progetto che porta la tecnologia blockchain all’interno delle banche italiane, coordinato da ABI Lab, il Centro di ricerca e innovazione per la banca promosso dall’Associazione bancaria italiana, con la partecipazione di NTT Data e Sia, oltre a Corda di R3 per la piattaforma, il cui obiettivo è di applicare la blockchain ai processi interbancari.

Il campo di applicazione del progetto è la spunta interbancaria Italia, che fa riferimento all’insieme di attività, tradizionalmente in carico al back office, collegate alla riconciliazione dei flussi e delle operazioni che generano scritture sui conti reciproci e alla gestione dei sospesi. Tra i principali benefici riconosciuti dagli esperti di spunta: l’esecuzione del riscontro automatico tra transazioni non corrispondenti eseguita sulla base di un algoritmo condiviso; la standardizzazione del processo e del canale di comunicazione unico; la visibilità sulle transazioni tra le parti.

Il processo, quindi, riguarda la riconciliazione dei flussi e delle operazioni che generano scritture sui conti reciproci in Italia e la gestione dei sospesi.

La blockchain utilizzata è di tipo permissioned, gestita da SIA e accessibile soltanto alle banche che aderiscono al progetto, una scelta che permette di garantire la riservatezza delle operazioni e il pieno controllo dei nodi su cui le informazioni sono distribuite. È esclusa quindi l’attività di mining, che assicura nelle blockchain permissionless il controllo generalizzato e distribuito delle transazioni, che avvicina “Spunta” al modello classico di controllo centralizzato, potendo però contare su una gestione decentralizzata delle informazioni e, grazie all’impiego degli smart contract, a un’esecuzione automatizzata delle transazioni, che riduce l’intervento degli intermediari e conseguentemente i costi di esercizio.

Ad oggi sono già 55 le banche che hanno aderito al progetto e altri importanti progetti legati alla blockchain sono in fase di sviluppo. Fra questi “Fideiussioni digitali”, promosso da Cetif, Sia e Reply, in collaborazione con Banca d’Italia e Ivass e Guardia di Finanza per digitalizzare il processo di gestione delle fideiussioni grazie alla tecnologia blockchain. L’intento è quello di accelerare l’iter per il rilascio di una fideiussione, riducendo le potenziali frodi. La soluzione è in fase di sviluppo sul piano legale e tecnologico e dovrebbe essere operativa già a partire dal prossimo mese.

Punti deboli di una blockchain permissioned

Imprese bancarie e assicurative sfruttano le potenzialità tecniche della blockchain, ma non ne abbracciano in pieno i principi ispiratori: trasparenza, controllo generalizzato e diffuso, assenza di un’autorità centrale di controllo.

I dati condivisi dagli operatori bancari all’interno di una blockchain permissioned non possono essere verificati dall’esterno e rischiano di essere sottratti al controllo pubblico, necessario in un’attività fortemente regolamentata e cruciale per un’economia di mercato come la nostra.

La sicurezza della rete privata, inoltre, richiede ingenti investimenti che rischiano di escludere le imprese bancarie minori.

L’utilizzo di smart contract se da un lato garantisce il corretto adempimento delle obbligazioni dall’altro tende a esasperare l’asimmetria informativa fra i clienti e operatori bancari e a incrementare i costi in caso di contenzioso, dal momento che sarebbero richieste competenze specialistiche e interdisciplinari che pochi possiedono.

Il rischio che si corre è un’esacerbazione della distanza fra detentori di conoscenze specialistiche in ambito digitale e utenti, sempre più utilizzatori passivi. Una distanza colmabile soltanto con programmi mirati alla diffusione della cultura digitale.

Un caffè con… l’Avv. Mario Montano

Per approfondire i temi legati all’applicazione di blockchain e smart contract nel settore bancario, interverrò nel prossimo “Caffè con…” gratuito offerto da Studio Legale Lisi Academy, in programma per giovedì 18 giugno a partire dalle ore 11:00.

 I “Caffè con…” sono degli appuntamenti da 15 minuti ciascuno, in programma ogni giovedì su Piattaforma Digitalaw Academy.

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Di Mario Montano, Avvocato, consulente in ICT Law Studio Legale Lisi e componente del D&L NET