Sblocca Italia

Banda larga, Cesare Avenia: ‘Bene il credito d’imposta ma il Governo acceleri coi decreti attuativi’

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Non soddisfa il fatto che, ancora un a volta, l’applicazione della norma sia delegata all’emanazione di decreti attuativi da concordare fra i Ministeri dello Sviluppo, delle Infrastrutture, dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate.

Il decreto ‘Sblocca Italia’, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 12 settembre prevede una serie di agevolazioni  per  la  realizzazione  di   reti   a banda ultralarga e  norme  di  semplificazione  per  le procedure di  scavo  e  di  posa  aerea  dei  cavi,  nonché  per  la realizzazione delle reti mobili.

In particolare, fino al  31  dicembre  2015 e in via sperimentale le aziende che realizzano interventi infrastrutturali possono  usufruire  del  credito  d’imposta  a  valere sull’IRES  e  sull’IRAP “entro il limite  massimo  del 50% del costo dell’investimento”.

Una serie di misure che sono state accolte con favore dall’industria di settore.

Per il Presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, Cesare Avenia, “…la previsione del credito d’imposta per la realizzazione delle reti fisse e mobili a banda ultralarga costituisce, finalmente, un primo importante riconoscimento della strategicità delle infrastrutture di  telecomunicazione  per la ripresa economica nel nostro Paese.  Tanto più che tale misura, per altro già da tempo applicata ad altri settori come i trasporti, valorizza il ruolo del capitale privato nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea”.

Non soddisfa però il fatto che, ancora un a volta, l’applicazione della norma sia delegata all’emanazione di decreti attuativi da concordare fra i Ministeri dello Sviluppo, delle Infrastrutture, dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate.

Una prassi, questa, che desta preoccupazione e che “sinora ha comportato  solo inefficienza e ritardi oltre misura dei progetti di trasformazione del Paese”.

L’Italia, secondo Avenia, ha bisogno di sbloccare in fretta gli investimenti e per farlo, “si doveva , come avevamo proposto, innovare anche le modalità di attuazione della legge, individuando meccanismi meno rigidi e automatismi attuabili attraverso un uso più spinto della tecnologia digitale e delle possibilità offerte dalle piattaforme online”, spiega ancora Avenia.

“La nuova norma – continua – ha poi il pregio di sistematizzare in un atto unico le diverse tecniche di posa delle reti Tlc e introduce alcune semplificazioni per la realizzazione delle reti mobili. Gli operatori sono però ancora in attesa anche di altre semplificazioni importanti, coerenti con il ruolo di opera di urbanizzazione primaria che va riconosciuto all’infrastruttura di telecomunicazioni.  A questo punto ci attendiamo un’accelerazione nel completamento del regolamento scavi per la posa della fibra ottica con l’inserimento delle tecniche innovative  e nell’emanazione, finalmente, delle linee guida sulla rilevazione delle emissioni elettromagnetiche già previste dal Crescita 2.0” 

“Se, come afferma il decreto, lo sviluppo delle Tlc rappresenta un asset strategico del Paese  – conclude Avenia –  allora Governo e Parlamento devono indicare a chiare lettere  che l’attuazione di queste infrastrutture deve essere considerata  prioritaria da parte degli apparati burocratici e disporre di conseguenza affinché ciò avvenga”.