Net neutrality

App Store e Google Play limitano l’accesso a Internet? Il Berec indaga

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Johannes Gungl, presidente Berec: ‘Ci siamo chiesti se il ruolo di gatekeeper dei market store, come quelli di Apple e Google, sono in conflitto con la legge Ue che garantisce la neutralità della rete ai cittadini, che possono scaricare solo applicazioni selezionate dalle società. Abbiamo avviato un’indagine’.

Quando siamo in Rete abbiamo la libertà di navigare su qualsiasi sito web, mentre quando vogliamo scaricare un’applicazione, per esempio da App Store, Google Play e Microsoft Store, questo nostro diritto è limitato. Possiamo solo effettuare il download di app selezionate dalle società proprietarie degli store digitali. E questo ruolo di portiere, di guardiano del web svolto dagli Over the Top è finito sotto la lente d’ingrandimento dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec). L’annuncio dell’inizio dell’indagine è stato dato dal presidente del Berec, Johannes Gungl: “Ci siamo chiesti se il ruolo di gatekeeper dei market store, come quelli di Apple e Google, potrebbe essere in conflitto con la legge europea che garantisce la neutralità della rete ai cittadini, che possono scaricare solo applicazioni selezionate dalle società. Per questo motivo abbiamo avviato un’indagine’.

La legge europea sulla neutralità della rete è entrata in vigore nell’Ue nel 2016 per  garantire un uguale trattamento al traffico veicolato su Internet, per esempio la norma impedisce agli Internet Service Provider di rallentare o di fornire un accesso più rapido a determinate società o player.

Gungl ha aggiunto che i market store e i sistemi operativi che funzionano su dispositivi, come smartphone e computer sono “una sorta di punto nero” per i regolatori delle telecomunicazioni. E nonostante il controllo degli store digitali sull’accesso a Internet non sia ancora “troppo preoccupante”, il presidente del Berec ha raccomandato alle autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni di indagare ulteriormente sul fenomeno.

Il gruppo che riunisce i regolatori delle comunicazioni in Europa sta attualmente analizzando gli effetti della legge sulla neutralità della rete e presenterà una relazione alla Commissione europea il prossimo anno che potrebbe raccomandare modifiche al modo in cui la legislazione viene applicata. Per redigere la relazione ha avviato una consultazione pubblica sulla valutazione dell’applicazione del regolamento (UE) 2015/2120 e delle linee guida del BEREC sulla neutralità della rete.

(Neutralità della rete smantellata negli Usa per volere di Donald Trump).

Gungl ha, però, avvertito i regolatori nazionali delle telecomunicazioni che potrebbero incontrare difficoltà nel verificare se le compagnie tecnologiche limitino l’accesso a Internet attraverso i loro store digitali, perché, come emerge dal report del regolatore francese delle telecomunicazioni (Arcep), la legislazione sulla neutralità della rete si rivolge agli operatori ma non ai dispositivi.

Invece nel rapporto pubblicato dal Berec si legge che “se le aziende che creano sistemi operativi, come Android di Google o iOS di Apple, hanno sufficiente potere di mercato, potrebbero avere, in teoria, un interesse finanziario a consentire un uso meno aperto di Internet”, ad esempio, filtrando i risultati della ricerca per mostrare app con cui hanno accordi commerciali. La conclusione dell’indagine del Berec darà una riposta.

Sulla stessa lunghezza d’onda dell’iniziativa dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche si colloca quella portata avanti dalla Francia, che, per bocca del ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha annunciato la citazione in Tribunale di Apple e Google “perché impongono le tariffe agli sviluppatori, modifica unilateralmente i contratti e danneggiano le startup: è inaccettabile”.

Separatamente dall’inchiesta avviata dal Berec, il prossimo mese la Commissione europea si appresta a proporre una nuova legislazione che costringerà i market store e i motori di ricerca online a essere più trasparenti sugli algoritmi utilizzati per classificazione e indicizzazione delle applicazioni e dei risultati.