la decisione

Zero rating bocciato dalla la Corte di Giustizia Ue ‘Viola la net neutrality’

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La Corte di Giustizia Ue boccia i piani 'zero rating' degli operatori con una decisione in linea con le linee guida emesse nel 2016 dal BEREC.

La Corte di Giustizia Ue boccia i piani “zero rating” (l’offerta gratuita di connettività da parte dei provider di servizi specifici come musica in streaming, video messaggistica, VoIp e social network al di là del “data cap” previsto dall’abbonamento dati mensile). Secondo la Corte Ue, consentire di bloccare o limitare le app e i servizi che non sono soggetti a zero rating potrebbe minacciare la net neutrality e l’open internet aperto a tutti. La net neutrality impedisce agli Isp di regolare i flussi del traffico online, creando delle corsie preferenziali per determinate categorie di contenuti.

La decisione è in linea con le linee guida emesse nel 2016 dal BEREC, che limitano l’utilizzo di corsie preferenziali in Rete per evitare ogni genere di discriminazione dei contenuti.

La sentenza

La sentenza della Corte Ue riguarda la causa aperta fra Telenor ed il regolatore ungherese NMHH.

E cosa c’entra qui lo Zero Rating? Ebbrnr, lo zero rating consente agli operatori di fornire ai clienti accesso illimitato a determinati servizi senza incidere sui loro piani di consumo dati. In questo senso, secondo la sentenza della Corte, i contenuti a zero rating godono di un trattamento privilegiato, che può danneggiare gli altri contenuti diciamo ordinari, che rischiano di diventare più difficili da accedere.

Net neutrality

E ciò, in linea di principio, fa a pugni con il principio della net neutrality. “I pacchetti zero rating sono suscettibili di aumentare l’uso delle applicazioni e dei servizi favoriti e, di conseguenza, di ridurre l’uso delle altre applicazioni e dei servizi disponibili, tenendo conto delle misure con cui il fornitore dei servizi di accesso a Internet rende tale uso tecnicamente più difficile, se non impossibile”, si legge nella sentenza.

Inoltre, la Corte arriva a dire che la proliferazione di questi pacchetti di dati zero rating potrebbe alla fine spingere a significative limitazioni dei “diritti degli utenti finali” rendendo di fatto la rete meno neutrale.