Dibattito

Telco vs, OTT, il Regno Unito apre il dibattito sulla Net Neutrality

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L'Ofcom avvia una consultazione sulla net neutrality per permettere agli operatori di proporre servizi differenziati per tenere testa allo strapotere dei Gafa.

L’Ofcom, l’Agcom di Londra, ha appena avviato una consultazione pubblica per rendere più flessibile il principio di neutralità. Obiettivo: permettere agli operatori di proporre servizi su misura per tenere testa allo strapotere dei Gafa. Lo racconta in un articolo approfondito Les Echos.

Mentre il Regno Unito è ancora alla ricerca del suo prossimo Primo Ministro, Ofcom ha appena avviato un ampio dibattito. Il gendarme del settore ha aperto venerdì una consultazione pubblica per rendere più flessibile la Net neutrality, principio sacrosanto che protegge dal rischio di una Internet “a più velocità”. Obiettivo: rafforzare gli operatori di telecomunicazioni di fronte a colossi tecnologici come Netflix, consentendo loro di lanciare dei servizi differenziati. Questa consultazione dovrebbe durare fino a gennaio.

Net neutrality cos’è

Net neutrality richiede che ogni utente di Internet possa accedere a tutti i contenuti di sua scelta, alle stesse condizioni, indipendentemente dal proprio operatore di telecomunicazioni o dalla tecnologia scelta. Questo principio è protetto dalla legge europea dal 2016. Nel Regno Unito, Ofcom è responsabile della sua applicazione.

Ma da allora, la crescita fenomenale dei social network e delle piattaforme di streaming ha spinto le autorità di regolamentazione ad aprire il dibattito, in modo che gli operatori di telecomunicazioni possano combattere ad armi pari. L’Unione Europea avvierà inoltre, all’inizio del 2023, una consultazione sul futuro delle reti di telecomunicazioni. In questa fase, tuttavia, solo pochi paesi (come gli Stati Uniti nel 2017 o, più recentemente, la Corea del Sud) hanno implementato la net neutrality.

Contributo finanziario

Tuttavia, le “telefoniche” lo ripetono più e più volte: la sera, i film o le serie “in streaming” utilizzano fino al 70% della larghezza di banda. Tuttavia, le piattaforme non contribuiscono al finanziamento delle reti fisse e mobili che ammontano a miliardi. In Francia, Netflix, Google, Akamai, Facebook e Amazon da soli rappresentano il 51% del traffico degli operatori, secondo Arcep, l’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni. In questo contesto, molti operatori chiedono un contributo finanziario da parte di Gafa. Ofcom, dal canto suo, è più cauto: il regolatore afferma di non avere “prove sufficienti in questa fase” per dimostrare che un simile contributo “sarebbe necessario”.

Per Ofcom è quindi meglio rivedere il principio della Net neutrality. “Vogliamo assicurarci che [gli operatori di telecomunicazioni] possano anche innovare […] e proteggere le loro reti quando i livelli di traffico mettono alla prova i loro limiti. Riteniamo che ciò andrà a beneficio dei consumatori”, ha detto Selina Chadha di Ofcom.

Ad esempio, i clienti potrebbero scegliere di pagare meno per un piano fisso e mobile che offre una velocità inferiore, o viceversa, indipendentemente dal numero di gigabyte inclusi. Ofcom menziona anche i pacchetti “zero rating”. In questo caso, i clienti non pagherebbero per utilizzare determinati servizi pubblici, come le chiamate al NHS, il sistema sanitario pubblico britannico.

Nessuna decisione prima dell’autunno 2023

L’iniziativa britannica farà una valanga? “Ofcom è molto apprezzato da tutti i regolatori europei”, ricorda Paolo Pescatore, analista di telecomunicazioni indipendente con sede nel Regno Unito. Il regolatore, però, non può che avviare il dibattito: qualsiasi modifica alla Net neutrality passerà necessariamente per legge. E la decisione effettiva di Ofcom non arriverà fino all’autunno del 2023.

Ma questa consultazione pubblica conferma in ogni caso la volontà del Regno Unito di guardare alle telecomunicazioni con occhi nuovi. A febbraio Ofcom aveva già sorpreso dicendo che avrebbe esaminato la proposta fusione tra Vodafone UK e Three in base alle conseguenze per il mercato e non al numero dei concorrenti rimasti. Così facendo, Ofcom si era allontanata dall’idea del “numero magico” (il dogma del quarto operatore) nelle telecomunicazioni, secondo cui è necessario un numero sufficiente di operatori per avere un equilibrio tra competitività di prezzo e innovazione.