ERICSSON: profitti in calo del 63% nel secondo trimestre

di Flavio Fabbri |

VINTI

Secondo trimestre in rosso per Ericsson: crollano i profitti del 63%. Lo ha reso noto la stessa azienda svedese che, dopo i mancati investimenti in Russia, Cina e Stati Uniti, comincia a vedere i risultati di una politica del rigore troppo rigida per i tempi che viviamo, dove la competitività si gioca su più campi, non solo quello dei conti.

 

L’utile netto è sceso a 1,11 miliardi di corone (141 milioni di euro), contro le ultime stime attese di 1,64 miliardi di corone (circa 194 milioni di euro). Tra i motivi delle perdite gli analisti puntano il dito sulla joint venture St Microselectronics-Ericsson, che ha perso ben 320 milioni di dollari, da sommare ai 312 del trimestre precedente.

 

La domanda in mercati finora ritenuti sicuri come Cina e Russia sta vistosamente calando e questo mette a rischio gli ingenti investimenti fin qui realizzati, sia in termini di nuove infrastrutture, sia di interventi di upgrade.

 

Anche il mercato network equipment nordamericano, che da solo rappresenta un quarto delle entrate di Ericsson, ha registrato nel secondo trimestre in calo delle vendite pari al 22%. Questo perché, affermano da Stoccolma, giganti come Verizon e Sprint hanno addirittura riutilizzato vecchie componenti pur di risparmiare sui nuovi acquisti, come nel caso della riabilitazione della CDMA (Code Division Multiple Access) degli anni Ottanta del secolo scorso. Una tecnologia vecchia, che non può certo reggere alla migrazione in atto verso l’LTE.

 

Il CEO di Ericsson, Hans Vestberg, vuole comunque rimanere ottimista sul futuro: “Siamo vicini ai nostri clienti per comprendere quale possa essere la strada più breve e agevole per rilanciare nuovi servizi e soluzioni“. Il traffico dati è in forte aumento e nei prossimi anni si manterrà stabile nella sua evoluzione verso l’alto. “Entro il 2017 le utenze smartphone raggiungeranno la cifra di 3 miliardi“, ha ricordato Vestberg, e questo significa che il mercato mobile network è sempre più dinamico e vivace, con la possibilità di veder crescere la domanda LTE in tutto il mondo anche in anticipo rispetto alle previsioni.

 

Al momento la vendita di device con connessione LTE è ancora bassa (2 milioni di apparecchi al mese), “ma tra breve la fase di transizione sarà giunta al termine e il mercato si orienterà in maniera più decisa verso questa nuova tecnologia“.