BANDA LARGA: Olimpiadi di Londra, 60% del traffico sarà per servizi di video streaming

di Flavio Fabbri |

VINTI

Manca poco all’inizio dei giochi olimpici di Londra 2012, ma gli analisti giustamente fanno notare che la carenza di banda potrebbe creare qualche problemino all’intera rete in termini di resa dei servizi e di produttività aziendale. Secondo uno studio appena pubblicato della Blue Coat Systems, società non poco interessata alla fornitura di soluzioni per l’ultra broadband, i servizi di video streaming che racconteranno in real time le prodezze degli atleti ai giochi olimpici potrebbero letteralmente mangiarsi dal 30 al 60% della banda a disposizione, con un diretto coinvolgimento delle aziende britanniche che operano nell’ebusiness.

 

Un dato che preoccupa gli Internet Service Provider e minaccia seriamente la produttività di un enorme mercato di servizi online attivo a livello globale. “Durante le olimpiadi di Pechino del 2008  il volume delle trasmissioni video viaggiava su uno standard di 200Kbps – si legge nel Rapporto – oggi siamo di fronte ad una velocità di trasferimento prossima ai 500 Kbps e siamo sicuri che la stragrande maggioranza dei consumatori di tali servizi saranno proprio dipendenti aziendali che, mentre sono al lavoro, non si perderanno le dirette dagli stadi“.

 

La grande diffusione di device mobili e portatili di comunicazione elettronica, dotati di connessione a internet, ha consentito a centinaia di milioni di utenti di guardare video e accedere a servizi di streaming live di eventi e spettacoli da ogni parte del mondo. Nel 2008 gli utenti di servizi video in Gran Bretagna hanno consumato circa 50 milioni di contenuti in streaming, pari a 558,8 terabytes di dati. Si calcola che per i giochi del 2012, gli stessi utenti ,consumeranno circa 135 milioni di video, per un volume di dati che supererà i 3,7 petabytes.

 

Si sa già da tempo che il volume generale del traffico di dati in rete tende a quadruplicare ogni 3-4 anni. La cosa che colpisce è che solamente gli online video content, in cui rientrano anche i servizi televisivi, rappresenteranno entro il 2016 il 54% dell’intero flusso di dati su internet.