eLEARNING: bambini britannici a lezione di matematica, ma i professori sono in India

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Prove di banda larga alla Ashmount Primary School, a Nord di Londra. Grazie ad un servizio di eLearning, offerto dalla BrightSpark Education, 100 insegnanti che vivono e lavorano in India insegneranno la matematica agli alunni britannici.

L’idea è di quelle che fanno la storia, perché è la prima volta nel Vecchio Continente che più scuole pubbliche sperimentano in via definitiva i servizi di apprendimento a distanza, sfruttando le grandi opportunità della banda larga e della fibra ottica.

Sono già tre gli istituti che si sono avvalsi di questo metodo di insegnamento, accedendo al mercato dell’outsourcing formativo, una realtà in crescita veloce in tutto il mondo e fortemente competitiva, anche in termini di tariffe.

I professori che impartiscono lezioni di matematica alla Asmount School lo fanno dal Punjab e vengono pagati circa 12 sterline l’ora, quasi la metà dei colleghi inglesi (22 sterline l’ora), ma il doppio rispetto alla paga di un professore indiano. Una situazione che potrebbe innescare proteste anche forti nel mondo del lavoro britannico, con i sindacati degli insegnanti già sul piede di guerra.

Il Governo ha annunciato tagli consistenti per la spesa pubblica nella scuola, con una riduzione di fondi per l’istruzione del 3-4% entro il 2014. Molti soldi e molti posti di lavoro in meno, quindi, a cui bisognerà sopperire in qualche modo. Tom Hooper, fondatore di BrightSpark Education, sostiene che non si tratta di una guerra tra poveri: “Perché non stiamo proponendo dei nuovi professori da sostituire a quelli inglesi, ma solo dei supplenti da utilizzare laddove vengano meno insegnanti a causa dei tagli governativi“.

Una realtà esplosiva, se si considerano i milioni di laureati indiani (ma anche cinesi) sotto i 25 anni di età che presto si affacceranno su questo mercato molto rilevante in termini numerici e di guadagni. L’Europa è un continente che vede la sua popolazione invecchiarsi velocemente, senza ricambio generazionale che possa competere con i Paesi emergenti, ricchi di risorse intellettuali e a prezzo molto competitivo. Sarà davvero una guerra tra poveri, o la tecnologia consentirà una diversa distribuzione della ricchezza senza conflitti?