#Datagate. John Chambers (Cisco) chiama in causa Obama: ‘La nostra credibilità a picco’

di Alessandra Talarico |

John Chambers ha deciso di scrivere a Obama per chiedergli di porre un freno alle operazioni di sorveglianza, che si vanno a ripercuotere, negativamente, sulla credibilità delle aziende americane.

Stati Uniti


John Chambers

Gli abusi del Governo americano in fatto di sorveglianza delle comunicazioni elettroniche hanno innervosito non poco il Ceo di Cisco John Chambers, che ha scritto una lettera al presidente Barack Obama per denunciare il ‘crollo di fiducia’ nelle tecnologie prodotte negli Usa in seguito alle ultime rivelazioni sul Datagate. Secondo i documenti fatti trapelare dal quotidiano britannico Guardian, infatti, tutti i router, i server e altri dispositivi di rete prodotti negli Usa per essere esportati, prima di essere consegnati ai clienti internazionali passano dall’NSA, che impianta strumenti di sorveglianza ‘backdoor’ e poi li rimpacchetta con tanto di marchio di fabbrica, guadagnando così l’accesso alle reti e agli utenti che andranno a utilizzare questi dispositivi.

 

Il giorno dopo la pubblicazione della notizia, John Chambers ha deciso di scrivere a Obama per chiedergli di porre un freno alle operazioni di sorveglianza, che si vanno a ripercuotere, negativamente, sulla credibilità delle aziende americane leader del settore tecnologico, come Cisco appunto.

I clienti internazionali, insomma, non si fidano più dell’integrità e della sicurezza degli apparati made in Usa e, denuncia Chambers, “semplicemente le cose non possono continuare così”.

“La nostra leadership globale nel settore tecnologico sarà compromessa se lei, Signor Presidente, non detterà la linea di una nuova strategia in cui anche l’industria possa svolgere la sua parte”, sottolinea ancora Chambers.

 

La NSA ha ovviamente bollato come ‘false’ e ‘arbitrarie’ le nuove accuse del Guardian.

 

Prima di Cisco, anche otto web company – tra cui Apple, Facebook e Google – avevano scritto al Governo per chiedere una riforma delle pratiche della NSA sullo spionaggio delle comunicazioni. Lo scandalo Datagate avrebbe creato loro danni per 35 miliardi di dollari.

 

Mark Zuckerberg ha addirittura alzato la cornetta e telefonato al Presidente, per esprimere la sua “frustrazione” per i danni creati dal Governo col suo massiccio programma di spionaggio delle comunicazioni.