Pyramid Research: mercato Tlc in Italia, ricavi in calo del 2,2% nel 2013

di Paolo Anastasio |

La società di ricerca considera possibile a breve un’ondata di fusioni nel settore mobile di casa nostra. Fatturato derivante da servizi dati mobili crescerà del 37% nel prossimo quinquennio, trainato dall’Lte.

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L’Italia è il quarto mercato Tlc europeo nel 2013 per fatturato, con un giro d’affari di 43,8 miliardi di dollari (31,8 miliardi di euro), pari al 2,2% del Pil nazionale, in diminuzione del 2,2% rispetto all’anno scorso.

E’ quanto emerge da un report realizzato dalla società di ricerca Pyramid Research, che prevede un andamento piatto dei ricavi delle telco italiane nel periodo 2013-2018, con un giro d’affari che fra cinque anni potrebbe raggiungere quota 44 miliardi di dollari.

 

Per quanto riguarda le voci di un possibile consolidamento del mercato, secondo Pyramid Research “è altamente possibile che si proceda a operazioni di consolidamento – sostiene la società di ricerca – Prima dell’aumento delle quote di Telefonica in Telecom Italia, sotto i riflettori c’era l’ipotesi di fusione fra H3G, quarto operatore italiano, con Telecom Italia o Wind. Oggi, l’ipotesi di merger più percorribile, per questioni di antitrust, è quella fra H3G e Wind. Un’altra possibile operazione di merger è quella fra Vodafone e Fastweb (Swisscom)“.

 

Per quanto riguarda il mercato del mobile, “l’utilizzo di reti 3G/Hdspa+ raggiungerà il picco del 75% delle sottoscrizioni mobili nel 2017, per poi scemare a partire dal 2018, di pari passo con la crescente disponibilità di reti e dispositivi Lte”, sostiene Pyramid Research, precisando che nel 2018 ci saranno 23 milioni di abbonati Lte in Italia, pari al 24% della base clienti mobili nel paese.

 

Secondo la società di ricerca, il fatturato dei servizi mobili passerà da 24 miliardi di dollari nel 213 a 26,5 miliardi nel 2018, con una crescita media annua dell’1,8%. Mentre i ricavi mobili derivanti dal servizio voce crolleranno del 18%, la crescita del giro d’affari de mobile sarà trainata dal servizio dati, che aumenterà del 37%.

  

Entro il 2018, i ricavi derivanti dal servizio dati in mobilità raggiungerà quota 14,4 miliardi di dollari, a fronte di 9,1 miliardi del 2013, in particolare grazie alla maggior disponibilità di reti 4G. In generale, i servizi dati esclusi gli sms – mobile Internet, app e connettività – produrranno un giro d’affari complessivo di 11,5 miliardi di dollari nel 2018, a fronte di 5,9 miliardi nel 2013.

 

Per quanto riguarda il mercato del fisso, già nel 2013 l’Italia è il fanalino di coda fra i cinque paesi più avanzati dell’UE per penetrazione del broadband, con una percentuale del 23%. “Gli investimenti in fibra e l’upgrade dell’infrastruttura Dsl non sarà in grado di tenere il passo dell’evoluzione che si registra in altri paesi europei”, aggiunge Pyramid Research, precisando che la percentuale di abbonati al segmento in fibra in Italia è pari al 3,6% della base abbonati a banda larga. Per fare un confronto, in Francia gli abbonati alla fibra ottica sono il 5,7% e in Spagna il 5,9%, mentre in Germania raggiungono l’1,1% e nel Regno Unito lo 0,6% per la forte presenza della tv via cavo.