Schermi che si arrotolano come giornali, una rivoluzione che nel 2014 varrà 100 mln di dollari

di Raffaella Natale |

Al momento televisori, tablet, smartphone, ma già si pensa all’industria della pubblicità e delle automobili.

Mondo


Display flessibili

Dalla presentazione, dieci giorni fa, del Galaxy Round, il primo smartphone con schermo flessibile di Samsung, che gli analisti hanno annunciato la corsa verso i nuovi display ricurvi che rivoluzioneranno i device mobili.

Secondo le stime di IHS, il mercato degli schermi OLED flessibili, sui quali è attualmente concentrata la ricerca, produrrà 21,9 milioni di dollari nel 2013, un valore che però dovrebbe quintuplicarsi il prossimo anno per arrivare a fiorare i 100 milioni di dollari, prima di conoscere in seguito tassi di crescita ancora più spettacolari.

Nel suo ultimo Rapporto IHS assicura questa tecnologia sarà ‘una gallina dalle uova d’oro’ che permetterà di sostenere le vendite di dispositivi mobili nei mercati sviluppati dove le novità latitano dalla fine degli anni 2000 e cominciano ad apparire fenomeni di saturazione.

 

Se Samsung, LG o Sony hanno per il momento presentato alcuni prototipi di dispositivi di largo consumo per smartphone, tablet o eReader in grado di piegarsi e arrotolarsi come dei giornali di carta, i giganti del settore stanno sviluppando soluzioni per il settore medico, pubblicitario o automobilistico.

“Le applicazioni sono potenzialmente numerose“, conferma Peter Kwon, analista di IHS, che sottolinea tuttavia che “le barriere tecnologiche sono importanti prima del lancio commerciale di apparecchi davvero flessibili“.

 

Gli smartphone e i tablet ora in commercio sono dotati di un display LCD o OLED compresso tra due sottili lastre di vetro, che offre grande trasparenza e protezione ottimale dal calore e dall’umidità.

E mentre alcune società, come l’americana Corning, stanno sviluppando delle lastre di vetro ultrasottili, potenzialmente utilizzabili per i dispositivi del futuro, i ricercatori stanno lavorando principalmente sullo sviluppo di nuovi schermi incapsulati in substrati di plastica.

Ma – ha spiegato Harry Zervos, esperto di IDTechExqueste plastiche resistono male alle alte temperature, che si raggiungono per esempio durante la trasmissione di un film, e all’umidità”.

Sono anche meno solide – aggiunge – rispetto al vetro e offrono al momento una trasparenza e una brillantezza minore”.

 

I gruppi giapponesi Mitsubishi Gas o Dupont Teijin Film come anche i sudcoreani LG Chem e Cheil Industries, stanno lavorando a soluzioni alternative: in particolare a substrati costituiti da poliimmide già usata dall’industria aerospaziale e automobilistica.

In attesa di questi sviluppi, i giganti asiatici non possono lanciare, nei prossimi anni, dispositivi flessibili dotati di schermi più solidi, più sottili e meno pesanti. Secondo il parere di tutti gli esperti, i device completamente arrotolabili, sognati per i film di fantascienza, non arriveranno che tra 5 o dieci anni.