Telecom Italia, Marco Patuano: ‘Necessario un immediato Piano per innovare le reti’

di Raffaella Natale |

‘Tuttavia - ha aggiunto - occorrono regole certe e un commitment per il rafforzamento della domanda’.

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Marco Patuano

“Ieri è stata una giornata lunga per la nostra azienda“, ha dichiarato oggi l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, commentando il Cda di ieri in cui Franco Bernabè ha comunicato le proprie dimissioni (Leggi Articolo Key4biz).

“Il Cda – ha detto Patuano – ha preso atto della decisione di Bernabè di lasciare l’incarico. Lasciatemi esprimere il mio ringraziamento personale per aver avuto il privilegio di lavorare con Franco per sei anni. Ho avuto la possibilità di imparare molto”.

Parlando del conferimento a lui di tutte le deleghe del presidente in via temporanea, Patuano ha dichiarato: “Ho bisogno di tutti gli auguri. Per me è uno sforzo titanico”.

 

Quello che serve ora a Telecom Italia è “una immediata focalizzazione dell’azienda su un progetto industriale basato sulla innovazione delle reti fissa e mobile“. Per Patuano occorre una diversa percezione del brand rispetto a quella “degli ultimi anni” e un “impegno per l’innovazione che l’azienda porta avanti da anni”.

“Telecom Italia – ha aggiunto – a dispetto di quanto ho letto sui giornali negli ultimi tempi, non ha nessun problema a investire. Abbiamo sempre investito e continueremo a farlo su progetti industriali basati sull’innovazione“.

Patuano ha sottolineato che per investire, tuttavia, “occorrono regole certe e un commitment per il rafforzamento della domanda”.

 

Patuano nel pomeriggio ha incontrato i rappresentanti dei sindacati di categoria che sono stati convocati da lui stesso per spiegare le conseguenze di quest’ultimo Cda. Ieri, infatti, fuori dal palazzo dove si svolgeva la riunione, diversi dipendenti del gruppo telefonico hanno manifestato la loro preoccupazione per l’operazione con Telefonica.

 

Bernabè ha spiegato in una lettera ai dipendenti le ragioni della sua scelta: “…In questa fase critica per il futuro di Telecom una spaccatura in seno al Cda sulla strada da intraprendere avrebbe determinato una paralisi dell’azienda e l’impossibilità di giungere a una soluzione condivisa. E’ per questo motivo che ho deciso di fare un passo indietro, non senza aver rappresentato al Cda la necessità di dotare la società dei mezzi finanziari necessari a sostenere una strategia di rilancio”.

 

In un passaggio si legge che, secondo l’ex presidente, “…Non c’è stata sufficiente attenzione da parte delle istituzioni per la salvaguardia di un patrimonio che è, prima di tutto, un patrimonio della collettività”.

Occorre continuare a difendere questo grande patrimonio del nostro Paese che è Telecom Italia”, ha scritto ancora Bernabè, aggiungendo: “Mi sentirò sempre parte della grande famiglia di Telecom, una famiglia nella quale tutti, indistintamente, hanno contribuito a fare la storia di un’azienda che ha segnato il progresso del nostro Paese e continuerà a contribuire alla costruzione del suo futuro”.

 

Per il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, Bernabè ha fatto “…tutto il

possibile” e gli va riconosciuto “il valore delle armi“. Sull’aumento di capitale che Bernabè ha caldeggiato per Telecom, Bassanini ha aggiunto: “E’ una proposta comprensibile perché l’azienda ne ha bisogno”.

Sul fatto che la Cdp possa intervenire in questo aumento di capitale Bassanini ha ribadito che “non è nella missione” della Cdp. “La nostra missione è di finanziare le infrastrutture se si tratta di mobilitare risorse per accelerare la realizzazione di infrastrutture decisive per il paese come la rete in fibra ottica per cui noi siamo disponibili e interessati“.

 

Il board ha avviato il processo volto all’individuazione del nuovo presidente della società. A riguardo, pare che i soci italiani di Telco abbiano già preso contatti con Massimo Sarmi, Ad di Poste Italiane, per definire quale sarà il mandato. Una nomina subordinata alla cooptazione di Sarmi nel board, che in molti danno già come certa ma che comunque non potrà avvenire in tempi rapidi, visto il conflitto di interesse legato al controllo di Poste Italiane dell’operatore Postemobile.

Il manager, la cui esperienza in incarichi operativi sembra essere molto gradita a Telefonica, dovrebbe quindi prima dimettersi da Poste Italiane e poi entrare in Telecom Italia.   

Il Consiglio ha anche approvato il trattamento economico da riconoscere a Bernabè, alla guida di Telecom dal 2007. In linea con quanto già, l’ex presidente riceverà il trattamento a cui avrebbe avuto titolo sino a naturale scadenza del mandato (compenso fisso, variabile, benefit e altri compensi a equilibrio degli oneri fiscali applicabili ai benefit tassati), per un onere complessivo a carico del gruppo pari a circa 3,7 milioni di euro.

Il Consiglio ha inoltre deliberato la stipula di un accordo di non concorrenza di un anno, con un onere per l’azienda di circa 2,9 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda la sostituzione di Elio Catania, il Cda ha cooptato Angelo Provasoli, presidente di RCS MediaGroup.

In merito alla sostituzione di Catania alla presidenza del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e la remunerazione della Società, il Cda ha comunicato che il consigliere Jean Paul Fitoussi è stato nominato presidente di quest’ultimo ed eserciterà in via di supplenza il ruolo di presidente del Comitato per il controllo e i rischi.

 

Il Consiglio di Amministrazione, infine, ha approvato una versione aggiornata del Codice Etico e di Condotta di Gruppo che è strutturato in quattro sezioni:

 

  1. Principi Generali, in cui si evidenzia il ruolo del Codice Etico quale elemento fondante del modello organizzativo e del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di Gruppo;
  2. Valori, in cui si individuano e focalizzano i principali valori del Gruppo (Etica e Compliance, Eccellenza del Servizio, Competizione, Comunicazione, Comunità, Risorse Umane, Salute e Sicurezza);
  3. Comportamenti, con indicazione delle condotte richieste ai destinatori del codice (i componenti degli organi sociali, il management, i prestatori di lavoro di tutte le Società del Gruppo e i collaboratori esterni, nonché – ove previsto dal sistema procedurale aziendale – i terzi in rapporti d’affari con il Gruppo);
  4. Segnalazioni, in cui si indicano i riferimenti cui segnalare eventuali irregolarità o negligenze nell’adempimento degli obblighi.