Telecom Italia, il Sottosegretario Baretta: ‘Il governo sta pensando a riforma Opa. Golden power presto in CDM’

di Raffaella Natale |

‘La questione - ha detto oggi Baretta rispondendo a un’interrogazione del PD - va oltre Telecom, perché riguarda tutto il settore’.

Italia


Telecom Italia

Le sorti di Telecom Italia restano sotto l’occhio vigile della politica specie dopo che oggi, come si ventilava da alcuni giorni, il presidente Franco Bernabè in apertura del Cda ha rassegnato le proprie dimissioni (Leggi Articolo Key4biz).

Oggi, il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, rispondendo a un’interrogazione in Commissione Finanze rivoltagli dal deputato Marco Causi (Pd), ha affermato che il governo sta pensando a una riforma dell’Opa: “La questione va oltre la Telecom, perché riguarda tutto il settore. Sarebbe sbagliato dire che non ci stiamo pensando, ma anche dire che c’è un orientamento definito”.

E ha aggiunto che sulla golden power, “…stiamo definendo i criteri, a breve porteremo il provvedimento in Consiglio dei Ministri”.

 

Insoddisfazione di Causi, che ha commentato: l’esecutivo “ha dichiarato di non potere prevedere la data in cui verrà finalmente emanato il regolamento per l’esercizio del golden power nel settore delle comunicazioni”, ma, ha proseguito, “sollecitiamo la veloce adozione del regolamento e il suo immediato uso sul caso Telecom”.

 

Sempre oggi sull’affaire Telecom Italia è intervenuto anche l’ex Ministro dello Sviluppo economico, già amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, per dire che che, se si realizzasse l’operazione Telecom-Telefonica con gli spagnoli che acquisiranno di fatto il controllo dell’azienda italiana, “….Telefonica difficilmente considererà l’Italia la priorità numero uno”.

 

“Siamo riusciti a fare – ha aggiunto – un pasticcio totale … La nazionalità di un’azienda in alcuni casi può fare la differenza perché si porta dietro priorità differenti”.

“L’azienda che si sta delineando – ha spiegato – è estremamente indebitata e poco propensa a fare investimenti“.

Per Passera la soluzione passa dalla separazione della rete: “Vediamo se riusciamo a fare con Telecom quanto fatto con Terna e con Snam. Ci deve essere una separazione tra la gestione della rete e la gestione dei servizi”. Più scettico l’ex ministro sulle ipotesi di golden share o modifiche della legge sull’opa che potrebbero “essere negative per la credibilità del paese”.

 

Secondo l’amministratore delegato di Wind, Maximo Ibarra, lo scorporo della rete “qualora ci fosse sarebbe un progetto di buon senso e potrebbe creare valore per il sistema paese“, precisando che può permettere “lo sviluppo della fibra che fino ad oggi non c’è stato”. Occorrono però precise condizioni perché questo avvenga: una governance trasparente e chiara, una parità di accesso tra gli operatori, decisioni strategiche che possano prendere in considerazione un mix di piattaforme. “Wind – ha aggiunto – potrà partecipare a una società della rete conferendo i suoi asset e prendendo una quota di minoranza“. Quanto poi a un eventuale consolidamento nel mercato per Ibarra “la concentrazione è tipica dei settori industriali quando sono saturi e maturi e le tlc non sfuggiranno a questo processo. Nel lungo termine questo processo ci sarà. Un secondo consolidamento può essere infrastrutturale e di piattaforma con una collaborazione orizzontale tra operatori per implementare le reti di nuova generazione”.

 

L’accordo, raggiunto nella notte tra il 23 e il 24 settembre, porterà gli spagnoli di Telefonica al 65% di Telco. Dal 1° gennaio 2014, Telefonica potrà quindi esercitare la Call Option e acquistare per cassa tutte le azioni dei soci italiani in Telco (Leggi Articolo Key4biz).

Il piano si articolerà in due fasi: la prima prevede la sottoscrizione da parte di Telefonica di un aumento di capitale sociale di Telco per complessivi 324 milioni di euro, che valorizzerà la partecipazione in Telecom Italia posseduta da Telco a 1,09 euro per azione.

La seconda fase prevede la sottoscrizione di un ulteriore aumento di capitale sociale di Telco, da liberarsi mediante versamento in denaro, per un ammontare complessivo di 117 milioni di euro, sempre con emissione di azioni prive del diritto di voto (azioni di Classe C).

 

Sui cambiamenti dell’assetto azionario, nei giorni scorsi è intervenuto anche il Ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, stigmatizzando il fatto che gli spagnoli di Telefonica “possano avere il controllo di una società che vale almeno 11-12 miliardi con un investimento totale di 700 milioni”.

 Si tratta, di una vicenda “estremamente complicata” ha detto il ministro, preoccupato soprattutto per il fatto che la “rete fissa non sia più sotto il controllo dell’Autorità italiana“.

Recentemente il Ministro aveva sottolineato che la rete “va tutelata” e che bisogna pertanto “lavorare per andare rapidamente verso lo scorporo“, chiedendo al contempo alla società iberica di dare maggiori garanzie sugli investimenti.

Secondo il ministro, infatti, “Telefonica non sembra un soggetto in grado di finanziare grandi investimenti, visto che anch’essa è in difficoltà economiche“.