La nuova Rai: meno programmi a effetto e più innovazione tecnologica, ma senza aumentare il canone

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Svendita degli spazi pubblicitari? L’azienda conferma d’aver tagliato i prezzi perché le proprie tariffe erano tre volte più care di quelle concorrenti.


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“La buona informazione è e deve essere un punto di forza del Paese“, ha detto il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, parlando questa mattina, a Perugia, agli studenti della Scuola di Giornalismo, durante la cerimonia di consegna delle borse di studio.

“L’informazione autorevole, verificata, contribuisce a guidare le istituzioni verso comportamenti virtuosi e non deve limitarsi a raccontare lo scandalo, ma deve far capire i fatti e saperli raccontare”.

 

L’invito agli studenti di Perugia, indica anche il cammino intrapreso dalla Rai: qualità e nessun aumento del canone, come ha spiegato il presidente in un’intervista rilasciata a La Stampa.

Per portare la Rai in equilibrio economico “non credo che sia politicamente possibile” aumentare il canone, ha detto la Tarantola, precisando tuttavia che “in Italia è più basso rispetto alla Francia o alla Germania o all’Inghilterra“.

Il problema, ha spiegato, resta l’evasione, che raggiunge il 27%, mentre, nei paesi citati, si aggira intorno al 5-6%.

Sicuramente quei 500 milioni di mancati introiti farebbero bene alle esangui casse della Rai che comunque deve perseguire l’obiettivo dell’efficienza e dei conti in salute a prescindere dall’evasione del canone. 

 

Riguardo alle riflessioni sui conti in rosso della Rai, la Tarantola ha replicato: “Io accetto tutte le critiche, ma non quelle che partono dalla non conoscenza dei fatti. Nel 2012 ci siamo trovati con 200 milioni in meno di pubblicità e con 140 milioni di costi in più, per via di quegli eventi sportivi che capitano negli anni pari. Il totale fa ben 340 milioni. Siamo riusciti a risparmiare, in un solo anno, circa 100 milioni”.

 

A questo aggiungiamo anche la polemica riguardante le stratosferiche cifre spese dal servizio pubblico per alcuni cachet e programmi d’intrattenimento, che hanno spinto la Codacons a depositare uno ‘scottante’ dossier alla Corte dei Conti (Leggi Articolo Key4biz).

Forse per questo la Tv pubblica ha deciso di tagliare del 20% i compensi delle star e puntare sulla qualità del palinsesto, cancellando anche alcuni programmi che facevano audience ma discutibili per un servizio pubblico.

Qualità – ha commentato la Tarantola – vuol dire equilibrio, correttezza, no al sensazionalismo, no alla tv del dolore”, quindi “abbiamo abolito ‘L’isola dei famosi’ e ‘Miss Italia’ perché non rientravano in questo progetto”.

Sebbene alcuni giorni fa i telespettatori Rai si siano visti propinare l’intero matrimonio della show-girl Valeria Marini. A riguardo, il presidente ha commentato: “…sono incidenti che possono sempre succedere e spero che ne succedano sempre di meno”.

 

In merito all’utilità dei 14 canali Rai, tre generalisti più altri undici tematici, ha affermato “…abbiamo avviato uno studio e non so se siano necessari davvero tutti (…), ma proprio perché’ siamo servizio pubblico – ha aggiunto – dobbiamo offrire prodotti specifici per tutte le esigenze, caratterizzando i programmi sempre di più. Questo vale anche per le reti generaliste. Oggi, lo fanno più nelle intenzioni che nei fatti”. Per la Tarantola, “la prima rete deve essere la tv delle famiglie, la seconda dei giovani e la terza della cultura e della trasversalità. E’ vero, però, che i canali tematici sono poco conosciuti. Abbiamo fatto più pubblicità a questo proposito e lo faremo ancor di più e meglio’.

 

Il presidente Rai è intervenuto anche riguardo alla notizia che la Tv pubblica, così come Mediaset, stia svendendo i propri spazi pubblicitari (Leggi Articolo Key4biz), confermando e spiegando che la Sipra lo scorso anno  perdeva di più rispetto alla media del mercato: “…siamo dovuti intervenire soprattutto sulle logiche di vendita e sui sistemi organizzativi. È stata rivista anche la politica dei prezzi, ma bisogna considerare, quando si parla di sconti, che le nostre tariffe erano più care di tre volte rispetto a quelle dei concorrenti’.

 

La Tarantola ha poi confermato quanto dichiarato solo alcuni giorni fa dal direttore generale Luigi Gubitosi in merito ai prossimi investimenti:  “…procediamo solo con tagli selettivi e investiamo di più in molti settori; prima di tutto, per esempio, sull’innovazione tecnologica. Quando siamo arrivati, abbiamo trovato l’azienda con una tecnologia molto vecchia, perché per anni non era stato investito molto in questo campo. Eppure, abbiamo professionalità straordinarie in tale settore. Pensi che il nostro centro ricerche è apprezzato da tutte le migliori aziende in Europa, a partire dalla BBC”.

 

La scorsa settimana Gubitosi è intervenuto sulle indiscrezioni riguardanti Tv pubblica e Google, chiarendo che  “Stiamo discutendo una revisione dei nostri rapporti con YouTube, in vista di un eventuale accordo per tutti i contenuti della Rai. E’ troppo presto per dire come si concluderà“.

Gubitosi ha, quindi, confermato l’avvio di una trattativa per la revisione del contratto con la web company americana per trasmissione su Internet contenuti della tv pubblica.

 

La Rai, con la direzione Tarantola-Gubitosi, sembra stia imboccando una nuova via. Il percorso sarà difficile e irto di ostacoli, ma dovrebbe portare la Tv pubblica a ‘svecchiarsi’, ad adattarsi meglio alla sua missione di servizio pubblico, senza rincorrere la concorrenza, ma soprattutto a sposare l’innovazione tecnologica consapevole che, senza internet, sarà tagliata fuori dal mercato che va proprio in questa direzione.