#Elezioni2013. Raffaele Ranucci (PD): ‘Senza economia digitale non si esce dalla crisi’

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Mentre il resto del mondo accelera, il nostro Paese – a parte la diffusione superiore alla media di smartphone e cellulari – non ha molti altri primati di cui vantarsi e versa in clamoroso ritardo su molti dei target fissati dalla digital agenda europea.

Italia


Raffaele Ranucci

L’attenzione manifestata ai temi del digitale in questo ultimo scorcio di campagna elettorale ha avuto un’impennata inaspettata, quanto necessaria. Si è registrata infatti una grande attenzione e un moltiplicarsi di dichiarazioni e interviste sulla necessità di accelerare lo sviluppo dell’economia digitale come strada obbligata per lo sviluppo del Paese.
Mentre il resto del mondo accelera, il nostro Paese – a parte la straordinaria diffusione (superiore alla media) di smartphone e cellulari – non ha molti primati di cui vantarsi e versa in clamoroso ritardo su molti dei target fissati dalla digital agenda europea.
Il dibattito sulle infrastrutture resta poi inceppato per la mancanza di investimenti. Insomma un po’ pochino per un paese in cui la banda larga è sinonimo di DSL mentre fibra e connessioni via cavo sono del tutto assenti, e in cui i progetti per lo sviluppo congiunto delle nuove infrastrutture ultrabroadband non ha goduto di seguiti significativi.
Per non parlare dell’arretratezza della PA in termini di offerta di servizi digitali.
 

Su questi e su altri temi si è focalizzato l’intervento di Raffaele Ranucci, imprenditore e senatore PD, pubblicato questa mattina da Il Messaggero.
A parte qualche caso di successo, ha sottolineato Ranucci  “….l’informatizzazione viene spesso ancora vista come un dovere e un’imposizione, piuttosto che come un’opportunità…“, mentre manca “….un approccio pubblico sistemico, che faciliti la messa a fattor comune di tutte le buone pratiche esistenti, eliminando la logica del doppio binario, in cui vecchio e nuovo coesistono nelle procedure di tutti gli uffici (…) l’iscrizione dei figli a scuola va ormai fatta online, ma non tutti hanno accesso alla rete; posso fare l’assunzione online di una colf, ma devo però andare di persona allo sportello dell’Inps per ritirare l’apposito Pin”.
Incongruenze inqualificabili” che gravano, manco a dirlo, sui cittadini, cui non viene fornito “un modello di riferimento certo, affidabile e finalmente efficace“.

 

Come fare allora per accelerare il cammino italiano verso la società digitale?
Gli strumenti da cui partire, o meglio, ripartire, “..sono l’Agenda digitale italiana e la nuova Agenzia digitale, che dovrà sostenere i percorsi necessari per fare dell’Italia un paese a misura di modernità amministrativa“.
Bisogna tuttavia trovare una soluzione di sintesi per superare la “…frammentazione anche nelle competenze, che nel caso della neonata Agenzia digitale è ripartita addirittura tra cinque ministeri…“, ma quel che è certo, aggiunge,  è che “…la scadenza elettorale apre un nuovo ciclo e l’Italia non può mancare all’appuntamento della trasformazione digitale, senza la quale non riusciremo ad uscire dalla crisi“.
Sono certo – conclude Raffaele Ranucciche il nuovo governo avrà le sensibilità adeguate per portare a compimento questo importante processo, fondamentale per l’affermazione dell’economia digitale di cui il Paese ha bisogno“.