Facebook: Nasdaq rischia multa da 5 mln di dollari per gli errori tecnici dell’IPO

di Alessandra Talarico |

Secondo le anticipazioni del Wall Street Journal, l’operatore di Borsa starebbe trattando con la SEC e avrebbe offerto un risarcimento da 62 milioni di dollari per compensare i clienti delle perdite legate all’IPO di Facebook.

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Il gruppo Nasdaq OMX, la società che controlla il listino tecnologico di Wall Street, rischia una multa da 5 milioni di dollari per il fallimentare debutto in Borsa del social network Facebook, lo scorso 18 maggio, che a Wall Street è costato qualcosa come 500 milioni di dollari.

 

Secondo le anticipazioni del Wall Street Journal, l’operatore di Borsa starebbe trattando con la Securities and Exchange Commission e avrebbe offerto un risarcimento da 62 milioni di dollari per compensare i clienti delle perdite legate all’IPO di Facebook. Perdite in gran parte limitate dalle leggi sulla sicurezza dei mercati azionari e dalle regole interne.

 

Già all’indomani dello sbarco in Borsa più atteso del 2012, Nasdaq OMX aveva incassato pesanti critiche per via dei problemi tecnici che hanno funestato il debutto di Facebook e aveva fatto sapere di aver creato un fondo ad hoc per far fronte a eventuali richieste di compensazione di broker e investitori che hanno denunciato la perdita significative somme di denaro (Leggi articolo Key4biz).

 

La società, accusata di mancato controllo sui suoi sistemi, continua a difendersi affermando che non ci sarebbe stata alcuna violazione delle regole di settore e che i disguidi sarebbero attribuibili esclusivamente a problemi tecnici.

“Continuiamo a credere di aver agito in maniera appropriata e nel migliore interesse degli investitori, pur in circostanze difficili”, ha riferito un portavoce.

 

Se la multa dovesse concretizzarsi, sarebbe la seconda volta in meno un anno che un listino viene multato dall’Autorità di controllo: a settembre, infatti, anche il New York Stock Exchange ha pagato una multa da 5 milioni di dollari per aver fornito informazioni di mercato riservate ad alcuni clienti prima di altri.