Agenzia digitale, ma l’approvazione dello Statuto da parte del governo dimissionario rientra negli atti di ordinaria amministrazione?

di Raffaella Natale |

Se così non fosse, cosa succederebbe alle nomine che Ragosa dovrebbe fare in forza di questo Statuto?

Italia


Agenda digitale

Il direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, Agostino Ragosa, che ha ricevuto da MIUR la notifica del decreto di nomina, è da tempo al lavoro sullo Statuto del nuovo ente – dove confluiscono DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio (soppressi con la legge 134 del 2012) – che dovrà presentare al governo perché lo approvi (Leggi Articolo Key4biz).

 

Questo Statuto è un documento fondamentale, perché fissa i principi di governance dell’Agenzia istituita alla quale sono state affidate dalla legge competenze di ‘super ministero’ per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana e di quella europea.

 

Ragosa ha lasciato intendere che sarà ratificato prima delle elezioni politiche, quindi, da questo governo. Ma l’approvazione di un simile provvedimento rientra o meno nelle competenze di ordinaria amministrazione a cui deve attenersi per legge un governo dimissionario che opere a camere sciolte?

La prassi ci dice che i governi dimissionari si sono sempre astenuti dal votare atti di tale importanza e portata.

 

Ragosa dovrà procedere nella veste di direttore generale dell’Agenzia digitale a istituire una serie di Comitati esecutivi, dovrà fare delle nomine, così come prevedono la legge e lo Statuto. Ma se l’approvazione di questo Statuto da parte del governo uscente fosse al di fuori delle competenze di ordinaria amministrazione, l’atto sarebbe viziato ab origine e con questo decadrebbero a cascata tutti i provvedimenti presi in forza di questo documento?