Strategie: le tecnologie M2M via d’uscita per le telco in crisi?

di Alessandra Talarico |

Secondo un white paper di Machina Research, entro il 2020 ci saranno oltre 2,1 miliardi di connessioni mobili M2M per un mercato del valore stimato di 373 miliardi di dollari.

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Gli operatori mobili, alle prese con la necessità monetizzare il crescente traffico generato dai dati, cominciano a puntare sulle comunicazioni M2M (machine-to-machine) con acquisizioni e partnership che si spera aiutino a uscire dalla stagnazione dei ricavi.

La crescita dei servizi digitali offerti dagli OTT rischia infatti di trasformare gli operatori mobili in semplici ‘trasportatori di bit’: ecco perchè questi ultimi stanno reagendo con la creazione di divisioni autonome specializzate nei ‘machine data’ e incrementando gli investimenti nei fondi che finanziano le start-up.

 

Secondo un white paper di Machina Research, entro il 2020 ci saranno oltre 2,1 miliardi di connessioni mobili M2M per un mercato del valore stimato di 373 miliardi di dollari.

 

Gli operatori, spiega la società di ricerca, “sono a caccia di nuove entrate e cercano di offrire più di un servizio end-to-end per cementare la loro posizione nella catena di valore”, dopo aver imparato la dura lezione che dalla semplice offerta di connettività indifferenziata c’è poco da guadagnare.

 

Il deal principale, finora, lo ha messo a segno oltreoceano Verizon Wireless con l’acquisizione da 612 milioni di dollari di Hughes Telematics, specializzata in servizi in-car e di diagnostica remota. Secondo Machina, da qui al 2020 questa acquisizione permetterà a Verizon di generare ricavi aggiuntivi per 3,6 miliardi di dollari, grazie all’integrazione nella sua offerta di servizi in ambito sanitario e dei trasporti.

 

Anche il mercato della ‘connected home‘ (la ‘casa connessa’) si appresta a conoscere una forte crescita e nel 2020 potrebbe arrivare a valere circa 650 miliardi.

 

Nel dicembre 2010, AT&T ha acquisito Xanboo, società specializzata nei sistemi di monitoraggio e videosorveglianza domestica e ha integrato i suoi servizi nella piattaforma Digital Life, dalla quale – calcola sempre Machina – la società genererà ricavi aggiuntivi per 4 miliardi di dollari.

 

In Europa, Orange e Vodafone hanno acquisito rispettivamente Data & Mobile e Zelitron, entrambe specializzate nella gestione delle flotte mentre Telefonica ha siglato un accordo con Masternaut – specializzata sempre nel medesimo settore – che potrebbe generare guadagni aggiuntivi di 910 milioni di dollari nei prossimi 8 anni.

 

Per avere un accesso ‘agevolato’ alle tecnologie in via di sviluppo e rafforzarsi sul versante delle tecnologie digitali, intanto, Telefonica ha annunciato un investimento da 68 milioni di euro in una rete di fondi di venture capital battezzata Amerigo e che sarà lanciata inizialmente in Spagna, Cile, Brasile, Colombia. Il network gestirà progetti per circa 1 miliardo di euro grazie ai quali la società spagnola – che già supporta le start-up attraverso una rete internazionale composta da 12 hub – conta di generare un aumento dei profitti della divisione britannica Telefonica Digital del 20% a 5 miliardi di euro entro il 2015.

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