Rete e servizi, il ‘Modello Cremona’ eccellenza per il Paese

di Cinzia Guadagnuolo |

Il territorio si è rapidamente trasformato ed è oggi tra i più infrastrutturali d’Italia, grazie all’azione di Aemcom. La prossima settimana due mostre, un convegno e un documento per il ministro Passera

Italia


Gerardo Paloschi

Ha cambiato fisionomia rapidamente, fino a diventare una delle realtà italiane più infrastrutturate. Stiamo parlando del territorio della provincia di Cremona. Basta guardare i dati. Se nel 2006, 85 Comuni su 115 soffrivano dell’isolamento da Digital Divide, oggi 40.000 famiglie e 7.000 imprese, prima escluse dai vantaggi della banda larga, possono usufruire di servizi legati ad un web veloce. Il segnale wireless è praticamente in tutta la provincia e rappresenta un valore che può essere messo a frutto. Questo traguardo diventa oggi un nuovo punto di partenza, una sorta di “laboratorio” da studiare anche fuori dai confini provinciali.

La prossima settimana sarà lo stesso ministro Corrado Passera ad avere in mano un documento propositivo con le idee che hanno reso forte il “Modello Cremona“, dalle reti ai servizi.

 

Espressione dell’iperattivismo digitale, nonché di una capacità di interlocuzione sul piano nazionale affinché il modello non resti un’eccellenza isolata, è Gerardo Paloschi, Direttore Generale di Aemcom.

Società di LGH, Aemcom realizza e gestisce la rete metropolitana in fibra ottica della città per offrire servizi a larga banda a tutti gli utenti cremonesi. Con progetto iniziato nel 2006 e con oltre 5 milioni di euro di investimenti, Aemcom d’intesa con la Provincia di Cremona ha realizzato una tra le più estese rete wireless d’Italia collegando 211 comuni delle province di Cremona, Lodi, Bergamo, Brescia, Piacenza, Mantova e Parma altrimenti isolati.

Paloschi, tra i pionieri italiani della telematica civica e uno dei fondatori della Rete Civica di Cremona (RCCR), è impegnato nello sviluppo della sperimentazione a Cremona dei servizi di banda ultra larga nell’ambito dell’Agenda Digitale Lombarda. Inoltre Paloschi da anni si occupa di esclusione sociale  per le nuove tecnologie (Digital Divide) e della sicurezza in rete, e si è fatto promotore di una serie di iniziative di sviluppo sociale come corsi di alfabetizzazione informatica e telematica per anziani e donne extracomunitarie.

 

Grazie a questo background e a scelte che si sono rivelate strategiche, ma soprattutto grazie all’azione di Aemcom, oggi Cremona gode di una condizione privilegiata e costituisce un caso di eccellenza, posizionandosi tra le prime città italiane per livello di penetrazione della fibra ottica nelle case dei cittadini (Fiber To The Home, FTTH) e tra le poche province che hanno superato il fenomeno del digital divide (grazie al dispiegamento di infrastrutture a larga banda in radiofrequenza).

Tutto questo migliora i servizi e quindi la qualità della vita dei cittadini. Non disporre di banda larga significa rimanere ai margini.  Attori locali che hanno la lungimiranza di capire e accompagnare il cambiamento, possono contribuire fattivamente allo sviluppo economico di un territorio. Ecco perché è importante dare spazio al “Modello Cremona”.

 

Il laboratorio cremonese si metterà in mostra, letteralmente, nella prossima settimana, attraverso due interessanti mostre dedicate proprio al tema “Cremona Digitale”. Inoltre venerdì 14 settembre, nella Sala Rodi del Centro Culturale Santa Maria della Pietà alle 15,30, si terrà il convegno “L’Agenda Digitale Lombarda – Reti e servizi per l’innovazione e lo sviluppo“, organizzato da Aemcom. Sarà presente, tra gli altri, Carlo Maccari, Assessore alla Semplificazione e alla Digitalizzazione della Regione Lombardia. Sarà un altro step importante per approfondire le ragioni di un successo e fornire input utili a chi ha a cuore la digitalizzazione del Paese.