Diritto d’autore: anche gli editori francesi reclamano una ‘Lex Google’ e una tassa su tutti i dispositivi connessi

di Raffaella Natale |

Dopo quanto avvenuto in Germania, dove il governo ha presentato una proposta di legge volta a garantire che i portali di informazione paghino agli editori le notizie pubblicate, anche la Francia comincia scalpitare.

Francia


Google News

Anche la Francia si mobilita e, sulla scia di quanto avvenuto in Germania (Leggi Articolo Key4biz), alcune associazioni hanno chiesto al governo la loro ‘Lex Google‘.

Gli editori della stampa vorrebbero un provvedimento urgente perché venga garantita la giusta retribuzione per i lori contenuti ripresi dai portali internet di informazione, come appunto Google News.

 

Il governo tedesco ha, infatti, adottato una controversa legge volta a proteggere i diritti d’autore degli editori di giornali online, obbligando i motori di ricerca a versare un compenso.

Questo progetto di legge viene chiamato ‘Lex Google’ dai suoi detrattori, visto che colpisce in maniera diretta il servizio Google News di Big G, ma ha trovato ampio sostegno presso i grandi editori tedeschi come Axel Springer e Bertelsmann, e adesso anche quelli francesi.

 

“Questa proposta di legge è fonte di forte motivazione e ispirazione”, ha detto con entusiasmo Marc Feuillée, presidente di SPQN (Syndicat de la presse quotidienne nationale). “Dimostra che, nonostante il forte potere di lobbying esercitato dalle web company, gli editori tedeschi sono riusciti a convincere il governo della necessità di condividere il valore prodotto dall’economia digitale”.

 

Dopo aver incontrato durante l’estate tutti i consiglieri dei diversi ministeri coinvolti, i rappresentanti di SPQN e dell’associazione della stampa IPG, presieduta da Nathalie Collin, si apprestano adesso a chiedere audizione direttamente al governo.

Nei prossimi giorni dovrebbero essere consegnate una serie di proposte, volte appunto a garantire agli editori un’equa partecipazione ai profitti guadagnati dai motori di ricerca e aggregatori di notizie.

 

Tra le richieste, anche quella di applicare alla stampa online l’aliquota IVA ridotta del 2,1% riservata alla carta stampata. Ma non si fermano qui. C’è anche quella di tassare tutti i dispositivi connessi, pc, smartphone e tablet.

“i produttori beneficiano dei contenuti, senza pagarli. Bisogna, quindi, trovare un nuovo modo per finanziare l’editoria“, ha spiegato Marc Feuillée, sostenendo di aver già avuto primi segnali positivi dal governo.

 

Gli editori sanno che la battaglia sarà molto dura. In Germania, il progetto di legge ha sollevato un’aspra polemica da parte dei partiti d’opposizione e degli operatori internet e del settore informatico.

Due deputati verdi hanno chiesto al governo di ritirare immediatamente quello che definiscono un ‘progetto folle’, ritenendo che i contributi modesti garantiti da questa legge non salveranno gli editori dalla crisi, né tantomeno i giornalisti dalle difficoltà che sta attraversando il settore.

 

Google ha subito replicato, parlando di ‘una giornata nera’ per la rete’ e ha detto di sperare che il progetto di legge venga respinto dal Parlamento. “La ricerca sulla Rete sarebbe enormemente danneggiata in Germania – ha detto il portavoce tedesco di Google, Kay Oberbeck è un’interferenza su Internet che non ha paragoni nel resto del mondo”.

 

La Federazione per le tecnologie Bitkom ha accusato i Ministri di aver inviato un messaggio sbagliato agli operatori internet e agli investitori che potrebbero vedere nel provvedimento una messa all’indice dei servizi online in Germania.

 

Diversa, invece, la posizione del Ministro tedesco della Cultura, il cristiano-democratico (Cdu) Bernd Naumann, che ha definito ‘inaccettabile’ che portali con scopi commerciali possano servirsi gratuitamente dei contenuti disponibili su internet, frutto del lavoro di giornalisti e giornali, sui quali vengono investite ingenti risorse economiche da parte degli editori.