Facebook: giallo Ipo. Secondo i primi riscontri, nessuna violazione ma solo problemi tecnici

di Raffaella Natale |

Ma non tutti ci credono. Forse maggiori chiarimenti con la chiusura dell’indagine della SEC.

Stati Uniti


Facebook

Le indagini sull’ingresso di Facebook al Nasdaq avrebbero evidenziato che non ci sarebbe stata alcuna violazione delle regole di settore e che i disguidi sarebbero attribuibili esclusivamente a problemi tecnici. E’ quanto riporta il Wall Street Journal, citando fonti vicine al dossier.

Da quasi due settimane, alcuni membri del Congresso USA, le autorità di controllo e i funzionari statali stanno analizzano le informazioni raccolte dopo che quella che era stata presentata come una delle più grosse Ipo della storia s’è volatilizzata, causando grosse perdite e diverse denunce da parte degli investitori.

Queste conclusioni non sono però condivise da tutti e secondo indiscrezioni ci sarebbero invece prove tangibili che le violazioni ci sono state, eccome.

Prima di poter mettere la parola fine a questo strano caso, bisognerà però aspettare il Report dell’Autorità americana di Borsa, la SEC.

 

Dopo aver perso il 9,6% martedì, ieri il titolo di Facebook ha registrato un ulteriore calo del 2,25%. Dal 18 maggio, giorno in cui il gruppo ha fatto il suo ingresso in Borsa, ha visto ridurre del 26% la sua capitalizzazione, abbassata a 79,1 miliardi di dollari contri i 104 miliardi del giorno dell’Ipo. Il grande numero di scambi, secondo alcuni analisti, evidenzia altresì che gli investitori prevedono che il titolo sarà molto volatile nei mesi a venire. Su questa stima pesa anche il che i mercati sono molto vulnerabili ai rischi macroeconomici.

 

Ma nonostante la delusione procurata da Facebook, che ha alimentato le speculazioni sul rischio di una nuova crisi del settore, dodici anni dopo lo scoppio della prima bolla internet, i partecipanti alla prestigiosa conferenza annuale del sito di informazioni All Things Digital a Rancho Palos Verdes (California) si sono mostrati pacatamente ottimisti.

 

I dirigenti di LinkedIn, la rete sociale per professionisti il cui valore è raddoppiato dal suo ingresso in Borsa un anno fa, hanno sottolineato che il successo o meno di un Ipo non è altamente significativo per un’azienda.

Per Zynga, il cui andamento del titolo sembra variare in funzione delle fluttuazioni di Facebook, il CEO e fondatore Mark Pincus ha commentato che le web company che arrivano oggi sulla costa sono differenti da quelle della fine degli anni novanta.

“Credo che le aziende che si sono quotate recentemente siano eccezionali, generano ricavi e profitti reali, e offrono prodotti e servizi reali”.

“Sono ottimista – ha concluso Pincus – per queste aziende e non mi preoccupo veramente di sapere se il mercato le valorizza correttamente”.