Fibra ottica: Fondo strategico Italiano acquisisce il 46,2% di Metroweb. Dalla CDP 500 mln di euro

di Alessandra Talarico |

La struttura dell’operazione, esclusivamente in aumenti di capitale doterà l’azienda di nuove risorse per finanziare il piano di sviluppo. Asati scrive al Governo: evitare duplicazioni, sarebbe spreco risorse.

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Metroweb

Il Fondo strategico italiano (FSI), controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti, ha deliberato un investimento di 200 milioni in Metroweb con un’opzione per investire altri 300 milioni nell’ambito di operazioni complessive per 1 miliardo di euro.

Il fondo, ha reso noto l’amministratore delegato della CDP Giovanni Gorno Tempini, acquisirà subito una partecipazione del 46,2% di Reti Tlc – che possiede il 61,4% di Metroweb (F2i rimarrà azionista di maggioranza) – e investirà anche 150 milioni per il 18,7% Kedrion (biofarmaci) e circa 300 milioni di euro in Avio (aeronautica), nel caso in cui venissero decise operazioni sul capitale da parte dei soci.

 

Il numero uno di Fsi, Maurizio Tamagnini, ha quindi spiegato che “La struttura dell’operazione, esclusivamente in aumenti di capitale dota l’azienda di nuove risorse per finanziare il piano di sviluppo”.

L’investimento, ha aggiunto, intende “fornire una rete infrastrutturale a più alta velocità per le aree a maggiori densità nelle maggiori città italiane”.

 

Metroweb, che gestisce la rete in fibra ottica milanese, ha annunciato a marzo un piano da 4,5 miliardi di euro per portare la fibra ottica, con una velocità da 100 megabit, nelle 30 principali città italiane entro il 2015 con tecnologia FTTH (Fiber-to-the-Home).

Il progetto, spiegava all’epoca Vito Gamberale – amministratore delegato del fondo F2i, che controlla Metroweb – non è in contrapposizione ma “complementare” al progetto di Telecom Italia, che prevede la copertura con connessioni fino a 100 Mega di 99 Comuni entro il 2014.

Da qui ai prossimi due anni, l’obiettivo è di raggiungere una copertura di circa 6 milioni di unità immobiliari, corrispondenti al 25% della popolazione.

Per il 2020, inlinea con gli obiettivi della Digital Agenda europea, la copertura continuerà, interessando più di 200 città e circa il 50% della popolazione (leggi articolo Key4biz).

 

Il piano di Telecom Italia si articola in due fasi: nella prima la fibra arriverà agli armadi della rete di distribuzione, in architettura FttCab con connessioni da30 a oltre 50 Megabit/secondo. La seconda fase prevede quindi  la copertura in fibra degli edifici e delle singole unità immobiliari, in architettura FTTH. Il tutto con la previsione di investimenti per 9 miliardi di euro.

 

Anche Gorno Tempini, stamani, ha precisato che l’intendimento della CDP “è quello di lavorare il più possibile sinergicamente con Telecom Italia a favore di una infrastruttura che è vista da tutti e anche da noi come strategica per lo sviluppo del paese”.

“Questa iniziativa – ha aggiunto – è vista con l’intento di essere il più possibile complementare e sinergica con Telecom”.

 

Il tema della fibra ottica è anche al centro dell’odierno cda di Telecom Italia, in previsione del quale l’associazione Asati – che riunisce i piccoli azionisti Telecom – ha inviato una lettera al Governo, al presidente della CDP Franco Bassanini, all’AD del fondo F2i Vito Gamberale, all’AD di Metroweb Alberto Trondoli, nonché al Cda di Telecom Italia per porre l’accento sulla necessità di realizzare un’unica rete in fibra ottica, senza disperdere risorse economiche importanti per il Paese in questo momento di crisi.                             

 

“Tutti gli esperti del settore sanno che non ha senso una duplicazione della rete di accesso e sarebbe uno spreco di risorse, di cui pagherebbe  solo la comunità  e che la concorrenza ha senso nei servizi e nei contenuti ma no nel trasporto, per cui  con la presente abbiamo voluto invitare il Governo e quindi lo stato che è il più grande azionista di  Cdp con il 70% (e che dovrebbe investire nelle aree a basso Pil) a far riprendere quelle trattative” per la realizzazione di una società della rete in cui “possano confluire tutti quei soggetti interessati ad investire”, a partire dalla CDP, per dare vita ad “un progetto importante ed unico per il Paese che possa contribuire ad un aumento almeno di 1,5% del Pil, ottimizzando così le scarse risorse economiche disponibili”, scrive Asati nella sua lettera.