Apple si difende dalle accuse: ‘Evasione fiscale? Siamo tra i maggiori contribuenti e creatori di occupazione negli Usa’

di Alessandra Talarico |

Anche il gruppo di Steve Jobs tra le tante aziende hi-tech americane che ricorrono a tattiche elusive per pagare meno tasse. Ma Apple non ci sta e dice: ‘Nel 2012 già versate tasse per 5 miliardi di dollari’.

Stati Uniti


Apple Store

“Negli ultimi anni abbiamo creato un numero incredibile di posti di lavoro negli Stati Uniti, dove resta la gran parte della nostra forza lavoro: 47 mila dipendenti in tutti i 50 Stati…Nella prima parte dell’anno fiscale 2012 abbiamo già versato circa 5 miliardi di dollari di tasse nelle casse dei vari Stati e del Governo, incluse le imposte versate dai dipendenti.” Così Apple si difende dalle accuse – avanzate dal New York Times – di aver utilizzato diversi escamotage per risparmiare sulle tasse.

Grazie a una serie di agevolazioni ed elusioni, secondo l’inchiesta dei quotidiano newyorkese, Apple avrebbe infatti risparmiato tasse per 2,4 miliardi, rispetto ai 3,3 miliardi versati lo scorso anno (con un’aliquota del 9,8% contro il 24% di Walmart), quando la società ha registrato profitti per 34,2 miliardi di dollari.

Tattiche fondate sulla pratica – lecita ma al confine con l’elusione fiscale – nota come ‘double Irish with a Dutch sandwich‘, la stessa che avrebbe permesso anche a Google di evadere tasse per 3 miliardi di sterline nel Regno Unito (Leggi articolo Key4biz).

In sostanza, la società avrebbe fatto ricorso, oltre che  ai ‘paradisi fiscali’ europei (Irlanda e Olanda, appunto, ma anche il Lussemburgo e isole Vergini britanniche), anche ai regimi fiscali agevolati negli Stati Uniti, come il Delaware e il Nevada. In questo ultimo Stato, precisamente a Reno, Apple avrebbe trasferito gran parte della propria liquidità, reinvestendola attraverso la filiale Braeburn Capital, sfruttando il fatto che in Nevada le aliquote fiscali sulle società sono pari a zero, contro l’8,84% applicato invece in California.

 

Una prassi utilizzata non soltanto da Apple, ma anche da diverse altre aziende hi-tech dal momento che, spiega in NYT, “per le aziende che percepiscono royalties o vendono prodotti digitali è molto più facile localizzare i profitti in paesi a regime fiscale agevolato rispetto a quanto lo sarebbe per aziende alimentari o che producono automobili”.

Negli ultimi due anni, sottolinea sempre il quotidiano, le 71 aziende tecnologiche dell’indice Standard & Poor’s – comprese Google, Yahoo e Dell – hanno pagato in tutto il mondo tasse complessive pari a un terzo in meno rispetto alle altre società dello stesso indice.

 

Così fan tutti, dunque.

“Quasi tutte le grandi aziende del mondo cercano di risparmiare sulle tasse. Per Apple, i risparmi sono particolarmente importanti viste le dimensioni dei suoi utili”, sottolinea il NYT, aggiungendo che gli analisti prevedono che Apple registrerà quest’anno profitti per 45,6 miliardi di dollari. “Un record per qualsiasi azienda americana”.

 

La società di Cupertino è la prima al mondo per capitalizzazione e ha chiuso l’ultimo trimestre con un fatturato di 39,2 miliardi di dollari (rispetto ai  24,7 miliardi di dollari dello stesso trimestre dell’anno passato) e un utile netto di11,6 miliardi di dollari, raddoppiato rispetto ai 6 miliardi di dollari (dello scorso anno.

 

Ma la società non ci sta a passare per campione – oltre che dei profitti – anche dell’evasione fiscale e si è difesa spiegando che “puntando sull’innovazione, abbiamo creato prodotti e industrie completamente nuovi e più di 500.000 posti di lavoro negli Stati Uniti nel settore della componentistica e della distribuzione”.

“La crescita internazionale di Apple – continua la società – sta creando posti di lavoro negli Stati Uniti dal momento che ci occupiamo della maggior parte delle nostre operazioni dalla California…col risultato che Apple è stata tra i principali artefici della crescita dell’occupazione americana negli ultimi anni”.

 

Apple sostiene inoltre che nella prima parte dell’anno fiscale 2012 ha versato circa 5 miliardi di dollari di tasse nelle casse dei vari Stati e del Governo, incluse le imposte versate dai dipendenti.

“Abbiamo contribuito a molte cause benefiche, ma non abbiamo mai cercato di pubblicizzarlo. Il nostro obiettivo è di fare la cosa giusta, non chiederne il merito. Nel 2011, abbiamo notevolmente ampliato il numero di organizzazioni meritevoli che sosteniamo avviando un programma Gift Matching per i nostri dipendenti. Apple ha svolto tutta la sua attività con i più alti standard etici, rispettando le leggi e le regole contabili. Siamo incredibilmente orgogliosi di tutti i contributi di Apple”, conclude l’autodifesa.