E5: i tre filoni dell’indagine antitrust sul possibile cartello tra i big delle tlc

di Alessandra Talarico |

La Commissione ammette la cooperazione su standard che siano equi, trasparenti e inclusivi, ma l’indagine vuole appurare fino a che punto anche altri operatori fossero ammessi e informati sul processo decisionale.

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Telcos

Sono tre le direttrici su cui si muove l’indagine dell’Antitrust Ue relativa a una possibile ‘collusione’ tra i 5 principali operatori tlc europei.

Secondo la lettera inviata dalla Direzione Generale alla Concorrenza della Commissione europea alla GSMA, l’indagine riguarda le iniziative di standardizzazione volte a contrastare il declino dei ricavi delle attività tradizionali, quali le telefonate, e ad approfittare dell’enorme crescita del traffico dati.

 

Il primo filone riguarda la collaborazione tra i 5 big nei settori della pubblicità mobile e delle piattaforme di pagamento. 3UK avrebbe sporto un reclamo alla Commissione europea sostenendo di essere stato escluso dalle discussioni inerenti la piattaforma per i pagamenti via cellulare.

 

Un secondo filone riguarda la reazione degli operatori ai servizi forniti dai provider internet – i famigerati OTT – che consumerebbero tanta banda senza generare introiti per gli operatori. La risposta dei 5 operatori è un servizio di messaggistica da loro gestito – battezzato “rich communication suite” – in grado di competere con le app gratuite iMessage di Apple e Whatsapp, che hanno avuto l’effetto di erodere i ricavi delle telco.

 

Una terza linea d’indagine copre il modo in cui le reti telecom si connettono per la fornitura di servizi internet. Durante uno dei meeting E5, gli operatori hanno discusso infatti delle tariffe da applicare ai fornitori di contenuti che consumano troppa banda, come YouTube.

 

La Commissione ammette la cooperazione su standard che siano equi, trasparenti e inclusivi, ma l’indagine vuole appurare fino a che punto anche altri operatori fossero ammessi e informati sul processo decisionale. Nella sua lettera, la Ue avverte la GSMA della possibilità che l’associazione possa essere indagata di comportamento anticompetitivo.

 

Alla notizia dell’apertura di un’indagine antitrust, gli operatori si sono difesi sottolineando di aver sempre agito in piena trasparenza, informando le autorità europee di quanto discusso nel corso delle riunioni.

Ma lo stesso, la Ue vuole verificare se questi meeting tra i dirigenti di Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica e Vodafone abbiano avuto come obiettivo quello di fare cartello a scapito dei concorrenti e dei consumatori.

La prima richiesta di informazioni è partita nell’autunno del 2011. Nel frattempo, i lavori dell’E5 sono confluiti nella GSMA, una transizione che – secondo il Financial Times, che per primo ha dato notizia dell’indagine – avrebbe eliminato qualche dubbio, ma non tutti.