NGN: il Governo accelera sullo switch-off digitale. ‘Colmare lo spread tra Nord e Sud e tra Italia ed Europa’

di Alessandra Talarico |

Linda Lanzillotta: ‘Importante la convergenza politica sull’obbiettivo di completare la rete a banda larga e di lavorare immediatamente per realizzare quella rete NGN, senza la quale la distanza tra l'Italia e le altre economie si allargherà’.

Italia


Linda Lanzillotta

Le infrastrutture di comunicazione di nuova generazione sono state al centro delle discussioni della Camera, dove sono state votate e accettate – con la richiesta di alcune riformulazioni – 11 mozioni (Leggi articolo Key4biz) volte a favorire la realizzazione di infrastrutture e di reti a banda larga e l’alfabetizzazione digitale di cittadini e aziende, la diffusione dei servizi digitali.

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Massimo Vari ha sottolineato che gli obiettivi delle mozioni esaminate “sono pienamente condivisi dal Governo” in quanto strumento “funzionale alle strategie di produttività, di crescita e di innovazione, in coerenza con l’Agenda digitale europea, che rappresenta una delle sette iniziative faro individuate nella più ampia strategia Europa 2020”.

Il digital divide, ha osservato Vari, riguarda il 5,6% degli italiani: 3,4 milioni di persone che, da casa, non possono navigare in internet a banda larga.

Per colmare questo divario, ha affermato il sottosegretario, sono stati predisposti diversi interventi, tra i quali un bando di gara – il quarto intervento attuativo del Piano nazionale banda larga – che interessa le regioni Sicilia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Marche, Toscana, Sardegna e Veneto, che prevede un investimento di oltre 95 milioni di euro (IVA inclusa) a valere su fondi di origine comunitaria in gran parte relativi al fondo agricolo per lo sviluppo rurale (Leggi articolo Key4biz).

L’obiettivo è quello di azzerare, entro il 2013, il divario digitale nel Mezzogiorno.

Il progetto strategico denominato “Agenda digitale italiana” per lo sviluppo della banda ultra larga e dei BETA Center, ha ricordato inoltre Vari, “prevede l’utilizzo diretto anche di fondi pubblici per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale europea per il 2020” e cioè portare connettività ad almeno 30 mbps a tutti i cittadini, assicurando che almeno il 50% delle famiglie si abboni a connessioni Internet da oltre 100 megabit.

Questo progetto strategico, si sostanzia in due ambiti di intervento: “il sottoprogetto strategico banda ultralarga ambisce a sostenere gli investimenti nel settore, cercando di concentrare le risorse pubbliche nell’implementazione delle infrastrutture passive necessarie allo sviluppo di reti a banda ultralarga sia mobile che fissa, e cioè fibra ottica”, ha sottolineato infine Vari, ricordando anche che il Governo, ritenendo questo progetto strategico ha deciso di ridurre riducendo i costi legati alle tecnologie dell’informazione, ai consumi energetici e rendendo più efficienti i sistemi di information communication technology pubblici e privati.

 

La Camera ha approvato tutte le mozioni con alcune modifiche non sostanziali (vedi votazioni).

Nell’ambito delle dichiarazioni di voto, Linda Lanzillotta (gruppo Misto-API) ha sottolineato l’importanza che “tutte le forze politiche in questo Parlamento indichino in modo convergente come obiettivo strategico per l’azione del Governo, quello di completare la rete a banda larga e di lavorare immediatamente per realizzare quella rete NGN, senza la quale la distanza tra l’Italia e le altre economie sviluppate si allargherà”.

La Lanzillotta ha affermato inoltre che sarebbe auspicabile non porre altro tempo in mezzo alla realizzazione di queste infrastrutture, auspicando altresì  che l’attenuazione di molti degli impegni scritti nelle mozioni non accentui il rischio che “si lasci trascorrere il tempo e che Europa 2020 diventi un po’ come l’Agenda di Lisbona, una figura retorica che alla fine del periodo non vedrà realizzati gli obiettivi”.

“Monitoreremo l’azione del Governo e chiediamo che la cabina per l’agenda digitale ci presenti presto un timing molto preciso per l’adozione degli interventi necessari. Il Parlamento farà da stimolo e da faro costante perché questa, che è un’azione strategica per la crescita del Paese, non sia marginale, ma sia al centro della politica per la crescita e per le infrastrutture”, ha concluso.

 

Nel suo intervento, anche l’esponente Udc per il Terzo Polo Roberto Rao – firmatario insieme a Paolo Gentiloni di una proposta di legge su misure urgenti per lo sviluppo della domanda di servizi digitali (Leggi articolo Key4biz) – ha sottolineato la necessità di passare dalle parole ai fatti. Alla consapevolezza, evidenziata in tutte le mozioni, di maggiore copertura della rete, di avere Internet più veloce, di capire che questa è un’occasione di sviluppo economico, cioè un volano irrinunciabile per la crescita del sistema Italia, se n’é aggiunta un’altra, e cioè che dagli annunci, dalle promesse di attenzione, dagli slogan elettorali “dove una delle tre ‘I’ era appunto Internet” bisogna passare a “fatti e atti concreti” per colmare lo “spread digitale tra Italia ed Europa, ma anche tra nord e sud del Paese”.

 

“Questa è una grande opportunità, soprattutto per quella parte del Paese – parlo del Mezzogiorno – che ha più problemi con le altre infrastrutture”, ha aggiunto Rao, sottolineando che questo grande impegno, che deve vedere protagonisti tutti i livelli istituzionali dello Stato, compresi comuni, regioni e province, deve essere preso non “per inseguire una moda della Rete, ma perché ormai si è ben compreso che la sfida all’innovazione tecnologica è una delle strade principali da perseguire, forse la principale, per realizzare uno degli obiettivi che in questa fase politica ed economica ciascuno deve porre al centro della sua attenzione: la crescita, l’efficienza, la concorrenza e il merito, uniti, ovviamente, al contenimento dei costi dell’apparato dello Stato”.

 

Il presidente della Commissione Trasporti, Mario Valducci, ha infine sottolineato come di fronte alle grandi trasformazioni innescate dalla rete, il nostro Paese sia cambiato ancora troppo poco: “Quando parliamo di Agenda digitale – ha detto – parliamo di tre fondamentali pilastri: il primo è sicuramente quello delle infrastrutture, il secondo quello della domanda e il terzo è quello dell’offerta dei servizi”.

Dopo aver illustrato le differenza tra mercato mobile – all’avanguardia e competitivo e caratterizzato da una riduzione dei prezzi al consumo di oltre il 30% negli ultimi 3 anni – e mercato fisso (né libero né competitivo), Valducci ha ribadito la necessità di intervenire sul versante della domanda, il Governo, ha affermato, dovrebbe indicare date certe sullo switch off digitale della pubblica amministrazione, che porterà – oltre alla scomparsa della carta e al prevalere dei rapporti ‘digitali’ coi cittadini – anche una maggiore trasparenza.

Come presidente della commissione trasporti, Valudcci ha infine ribadito l’impegno a “dare un contributo concreto attraverso un’agenda digitale italiana al Governo affinché, attraverso un’azione coordinata, si possa agire su domanda, su offerta servizi e su infrastrutture per dotare questo Paese di quella modernità che ha cambiato, solo parzialmente fino ad oggi, ma che cambierà ancora nei prossimi anni, la storia non solo dell’Italia, ma dell’intero mondo”.