Hulu non è più in vendita. Google resta con un palmo di naso

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I proprietari ci ripensano: Hulu vale tanto perché darla via?

Stati Uniti


Rupert Murdoch

Hulu non è più in vendita. In una nota congiunta, i proprietari News Corp, Providence Equity Partners, Walt Disney, e il management hanno dichiarato:  “Visto che Hulu offre un valore unico e strategico a tutti i suoi proprietari, abbiamo deciso di non procedere con la vendita e di lavorare insieme per ottenere migliori risultati. Il nostro obiettivo sarà, quindi, quello di assicurare che i nostri sforzi siano determinanti al raggiungimento del successo”.

 

Dopo mesi di trattative, indiscrezioni, e offerte al rialzo, Hulu fa un passo indietro. Sulla decisione ha pesato sicuramente il fatto che la maggiore offerta era arrivata da Google (superiore alla somma stimata di 2 mld di dollari, ndr), che se avesse messo le mani sul website di video online sarebbe diventato il concorrente più preoccupante per le media company che possiedono la piattaforma (Leggi Articolo Key4biz).

 

Tuttavia da tempo si parlava di conflitti interni sulla valorizzazione della società e sul pagamento dei diritti digitali. E’ già la seconda volta che i proprietari di Hulu avviano un piano per la cessione parziale o totale del gruppo per poi ripensarci. Lo scorso anno, infatti, dopo aver avviato manifestato l’intenzione di entrare in Borsa, hanno abbandonato l’idea.

Già ad agosto del 2010 si parlava di un’Ipo dalla quale si puntava a raccogliere tra i 200 e i 300 milioni di dollari, valorizzando il gruppo a circa 2 miliardi di dollari.

 

Secondo un insider, la cessione di Hulu si sarebbe arenata sulla difficoltà a stabilire il giusto prezzo di vendita. Le offerte andavano da 500 milioni di dollari a 2 miliardi. I più seri acquirenti erano Google, che aveva fatto l’offerta più alta, Amazon, DirecTV e DISH Network. Yahoo! s’era invece ritirata dalla corsa dopo la brusca uscita del CEO Carol Bartz dal gruppo (Leggi Articolo Key4biz).

 

I proprietari di Hulu si trovano, infatti, davanti alla complessità di poter valorizzare correttamente il servizio in streaming, senza avere contratti di lunga data per i contenuti e con diritti digitali poco chiari per le nuove piattaforme mobili per i quali non esistono ancora modelli di business stabiliti.

 

Secondo alcuni analisti, rinunciare alla vendita significa che i proprietari credono nel potenziale di crescita futura di Hulu, a maggior ragione che nei prossimi anni lo streaming si diffonderà ampiamente.