Banda larga: anche la velocità fa aumentare il PIL? Raddoppiandola è possibile generare una crescita di 126 mld di dollari nell’Ocse

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Secondo uno studio di Arthur D. Little, raddoppiare la velocità delle connessioni implica un aumento del PIL dello 0,3% che equivale a 126 miliardi di dollari e a più di un settimo del tasso di crescita medio annuo OCSE negli ultimi dieci anni.

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Il contributo della banda larga alla crescita economica è ormai un dato assodato, corroborato ora anche da una ricerca condotta da Arthur D. Little, Chalmers University of Technology ed Ericsson.

Secondo questa analisi – presentata nell’ambito del Broadband World Forum in corso a Parigi – raddoppiare la velocità delle connessioni implica un aumento del PIL dello 0,3%.

Sia la disponibilità di banda larga che la velocità delle connessioni sono elementi trainanti della  crescita economica: diverse analisi hanno infatti stabilito che l’aumento del 10% nella penetrazione della banda larga genera un aumento del PIL dell’1%.

Una crescita dello 0,3% del PIL nei paesi Ocse equivale a 126 miliardi di dollari, cifra che corrisponde a più di un settimo del tasso di crescita medio annuo OCSE negli ultimi dieci anni.

Se la matematica non è un’opinione, quadruplicando le velocità di connessione di otterrebbe un aumento dello 0,6% del PIL, con tutti i conseguenti effetti positivi legati all’automazione e alla semplificazione dei processi, all’aumento della produttività e al miglioramento dell’accesso a servizi di fondamentale importanza come l’istruzione e la sanità.

 

La crescita generata dalla banda larga deriva dalla combinazione di effetti diretti e indiretti che forniscono uno stimolo per l’economia di breve-medio termine, mentre un effetto ‘indotto’, che comprende la creazione di nuovi servizi e attività imprenditoriali, è la dimensione più sostenibile e potrebbe rappresentare più di un terzo della menzionata crescita del PIL.

 

“La banda larga ha il potere di stimolare la crescita economica attraverso la creazione di efficienza per la società, le imprese e i consumatori”, ha dichiarato Johan Wibergh, responsabile della business unit reti di Ericsson. “Essa apre la strada ai ulteriori servizi online avanzati, a servizi di utilità più ‘intelligenti’, al telelavoro e alla telepresenza. Nel settore sanitario, ad esempio, ci aspettiamo che le applicazioni mobili saranno utilizzati da 500 milioni di persone”.

Erik Almqvist, direttore di Arthur D. Little, ha sottolineato come finora siano mancati studi che provassero con fatti concreti gli effetti della velocità delle connessioni sulla crescita economica.

“Questo studio empirico può aiutare i governi e altri decisori a fare le scelte adatte”, ha concluso.