eAdvertising: Microsoft accusa Google di pratiche scorrette. ‘Aumenti ingiustificati delle tariffe per ostacolare la concorrenza’

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L’accusa si aggiunge alle molte altre su cui la FTC sta indagano dall’inizio di quest’anno e che vertono sulle pratiche di Google nel settore dell’advertising online, di cui è dominatore assoluto.

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Nuovi guai in vista per Google: l’antitrust americano starebbe, infatti, indagando su un presunto aumento illecito delle tariffe pubblicitarie praticate a Microsoft.

L’accusa si aggiunge alle molte altre su cui la FTC sta indagano dall’inizio di quest’anno e che vertono sulle pratiche di Google nel settore dell’advertising online, di cui è dominatore assoluto.

 

Se si rivelassero fondate, le accuse di Microsoft potrebbero essere usate per aiutare la Federal Trade Commission a dimostrare che Google abbia abusato della propria posizione dominante nella ricerca online, violando lo Sherman Act e altre leggi antitrust.

 

La FTC, certo, dovrà valutare anche le motivazioni alla base della denuncia di Microsoft, uno dei principali rivali del gruppo di Mountain View.

La prima denuncia presentata da Microsoft contro Google risale al 2007, quando il gruppo di Redmond segnalò l’aumento a suo parere ingiustificato delle tariffe per gli annunci su Windows Live, predecessore del motore di ricerca Bing e uno dei principali concorrenti di Google nella internet search.

Il costo del click per piazzare un annuncio Windows Live vicino ai risultati delle ricerche effettuate per la parola ‘hotmail’, passò da 5 a 10 centesimi

 

Google ha affermato di non conoscere ancora i dettagli della denuncia: il portavoce Adam Kovacevich ha tuttavia sottolineato che le tariffe pubblicitarie sono determinate dalla correlazione degli annunci con la ricerca effettuata dagli utenti.

“Il nostro sistema funziona così bene – ha detto – proprio perché è costruito per mostrare ai consumatori annunci pertinenti alle loro ricerche”.

 

Microsoft ha confermato di aver sporto denuncia contro Google relativamente alle condotte del gruppo in ambito pubblicitario, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

“Il motivo che ci ha spinto a questa decisione è che non dovrebbe essere consentito a Google di perseguire pratiche che limitino la capacità dei competitor di innovare e di offrire prodotti alternativi”, ha affermato il portavoce del gruppo di Redmond, Jack Evans.

 

Microsoft e altre aziende, come Foundem o Mytrigger, sostengono inoltre che Google imporrebbe clausole di esclusività ai partner pubblicitari, impedendo loro di mettere alcuni tipi di annunci pubblicitari forniti dai concorrenti sulle loro pagine, con l’obiettivo di escludere gli strumenti di ricerca dei competitor.

 

Proprio oggi, il presidente di Google Eric Schmidt è atteso in Senato per testimoniare a un’udienza dal titolo “Il potere di Google: servire i consumatori o minacciare la concorrenza?” (leggi articolo Key4biz), che verte proprio sul presunto abuso di posizione dominante di Google nel settore della ricerca online. Un’indagine di questo tipo è in corso anche in Europa.

 

Google controlla attualmente il 59% del mercato del search advertising americano, che vale oltre 40 miliardi di dollari, contro il 9% di Microsoft e il 7% di Yahoo!.

Solo dalla pubblicità, Google ha guadagnato lo scorso anno più di 28 miliardi di dollari, pari al 96% del suo fatturato totale.