nuova sfida

OpenAI sfida Google. A breve il lancio di un nuovo motore di ricerca basato su ChatGPT

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Secondo indiscrezioni, la data di uscita del motore di ricerca è prevista per il 9 maggio. Se così fosse il dominio di Google, che domina il mercato da quasi 30 anni, è pronto a sparire.

Motori di ricerca: OpenAI punta a togliere il monopolio a Google?

Secondo indiscrezioni che circolano sui social media l’azienda guidata da Sam Altman sarebbe pronta a lanciare un motore di ricerca basato su ChatGpt. Il dominio https://search.chatgpt.com, così si chiamerebbe, è stato avvistato da un utente della piattaforma Reddit. Al momento visitando il sito appare la scritta “not found”. Le voci ufficiose indicano il 9 maggio come data di lancio.

“Nessuno ancora è riuscito a combinare i large language models e i motori di ricerca, mi piacerebbe farlo – ha detto il mese scorso in un’intervista Sam Altman – Google ti mostra 13 annunci e dieci link blu forse esiste un modo migliore per aiutare le persone a trovare le informazioni”.

Le frasi sembrano una dichiarazione di guerra. Google domina il mercato da quasi 30 anni, ha una quota di mercato del 90%. Nel puzzle tecnologico che si sta componendo alla luce dell’exploit dell’intelligenza artificiale, proprio Apple – secondo indiscrezioni di Bloomberg – starebbe intensificando le trattative con OpenAI per una possibile integrazione di ChatGpt sui melafonini.

Sullo sfondo c’è Microsoft che ha finanziato pesantemente la società guidata da Sam Altman e ha iniziato ad integrare l’IA nel suo motore di ricerca Bing. È probabile che un aggiornamento sull’intelligenza artificiale e una risposta ad OpenAI arrivi a stretto giro da Google alla conferenza degli sviluppatori prevista il prossimo 14 maggio.

OpenAI sfida Google: come potrebbe essere ChatGpt

Un motore di ricerca basato su ChatGpt sarebbe molto simile a quello che già possiamo sperimentare su Bing, il motore di ricerca di Microsoft che è stato arricchito con Copilot, chatbot che tra l’altro sfrutta proprio i modelli di linguaggio di Open AI. Possiamo immaginare che, nella motore di ricerca di ChatGpt, ci sarà molto spazio dedicato alle risposte generate dal chatbot, con una serie di link di approfondimento che potrebbero essere utili al lettore.

Quanto saranno utili dipenderà dalla correttezza e dall’esaustività delle risposte compilate dall’intelligenza artificiale. Un precedente esiste già: si chiama Perplexity ed è una AI impostata proprio come motore di ricerca creata da una startup su cui ha investito pesantemente Jeff Bezos. La trovano utile già 10 milioni di persone al mese ed è un bel caso da studiare soprattutto per Google.

Se una piccola startup è riuscita a macinare questi numeri, cosa potrebbe fare un colosso come Open AI? Comunque, la stessa Google è consapevole che l’era dei motori di ricerca così come li conosciamo oggi sta per finire e sta integrando il suo Gemini nei risultati: possiamo attenderci ulteriori novità proprio all’appuntamento del 14 maggio con la conferenza I/O.

Google e l’accordo con Apple da 20 miliardi

Google sborsa ogni anno miliardi di dollari a Apple per rimanere la scelta di ricerca predefinita anche sugli iPhone. La notizia è trapelata su Bloomberg, che ha avuto modo di visionare i documenti della causa antitrust intentata dal Dipartimento di Giustizia del Governo degli Stati Uniti contro Google, proprio in relazione a pratiche commerciali scorrette che avrebbero alterato la normale concorrenza sul mercato tra imprese.

Il dato è uscito in tribunale, per voce del vicepresidente senior dei servizi Apple, Eddy Cue. Secondo qz.comper la prima volta si è parlato di cifre precise e questo ha permesso di far luce in maniera più chiara sul modo in cui Google ha conquistato il mercato globale dei motori di ricerca.

Mercato dei motori di ricerca, Google controlla una quota del 92%

Secondo i dati diffusi da Oberlo, a febbraio 2024 Google deteneva una quota di mercato globale dei motori di ricerca pari a quasi il 92%. Una quota che non è mai scesa sotto il 90% dal 2014.

I documenti presentati hanno dimostrato che i pagamenti di Google hanno rappresentato nel 2020 il 17,5% dei flussi di cassa di Apple, una quota non indifferente.

Secondo il New York Times, già nel 2021 il colosso di Mountain View avrebbe pagato ad Apple la cifra di 18 miliardi di dollari per lo stesso motivo: assicurarsi il posto di motore di ricerca predefinito sugli iPhone.

Il monopolio illegale di Mountain View? Negli Usa, dopo tre anni di attesa, il processo è iniziato a settembre e si dovrebbe concludere in questi giorni

Il Dipartimento di Giustizia e diversi stati degli Stati Uniti hanno intentato una causa contro Google nel 2020, accusando la Big Tech di costruire un monopolio illegale nel mercato dei motori di ricerca e certamente anche nel mercato della pubblicità, principalmente attraverso accordi multimiliardari pagati alle società di browser, come Apple e molte altre società di massimo rilievo globale.

Dopo tre anni di attesa, il processo è iniziato a settembre e si dovrebbe concludere in questi giorni.

Solo Google si è macchiata di comportamento scorretto? Assolutamente no. Secondo i documenti in possesso di Bloomberg, Apple aveva più offerte da vagliare. Microsoft, ad esempio, avrebbe offerto il 90% dei suoi ricavi pubblicitari nel 2020 per fare di Bing il motore di ricerca predefinito di Safari.