Nokia Siemens Network: niente di fatto sulla vendita. ‘Ora si punta al rilancio del business’

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La società pensa di rafforzarsi nel settore della banda larga mobile, nei servizi e nella gestione della customer experience.

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Olli-Pekka Kallasvuo

Nokia e Siemens sembrano aver definitivamente abbandonato l’idea di vendere le loro quote nella joint venture Nokia Siemens Network non avendo trovato nessuna società pronta ad acquistarle.
In una nota, il presidente Olli-Pekka Kallasvuo ha quindi confermato che “gli attuali azionisti sono nella migliore posizione per migliorare ulteriormente il valore della compagnia”.

 

Il piano di rilancio, sottolinea ancora Kallasvuo, “ha fatto buoni progressi e i risultati del primo trimestre segnano il terzo trimestre di fila di crescita del fatturato”.

Per proseguire su questa strada, la società pensa di rafforzarsi nel settore della banda larga mobile, nei servizi e nella gestione della customer experience.

La JV è nata nel 2007 e puntava a diventare leader del mercato nordamericano delle infrastrutture per le tlc, ma subito è stata sopraffatta da un lato dalla concorrenza della svedese Ericsson e, dall’altro, dall’arrivo delle cinesi ZTE e Huawei la cui aggressività ha contribuito a dimezzare il prezzo delle stazioni radio base in un mercato già in declino. Ad aggiungere pressione sui fornitori di infrastrutture, la congiuntura economica negativa, che ha spinto molti operatori a tagliare le spese. Sia Nokia che Siemens, quindi, hanno deciso di svalutare il valore della loro quota azionaria, che ammonterebbe, secondo le stime di Bernstein Research ciascuna a 7-8 miliardi di euro.
Siemens sembrava pronta ad abbandonare la nave già nel 2009, ma la tempistica non è stata delle migliori. Il gruppo tedesco, tuttavia, vorrebbe ancora lasciare la JV, ‘più prima che poi’, hanno riferito alcune fonti.

 

Le due società hanno quindi avviato ad agosto del 2010 le prime negoziazioni in vista del possibile ingresso di nuovi soci: in lizza società di private equity tra cui Blackstone, TPG, KKR, Silver Lake Partners e Bain Capital e, successivamente Gores Group LLC e Platinum Equity LLC.

 

In questo ultimo anno, tuttavia, il vento sembra essere cambiato e per il trimestre chiuso a giugno dovrebbe registrare un utile operativo di 75 milioni di euro su un fatturato di 3,4 miliardi.

Secondo l’analista di CCS Insight Paolo Pescatore, la decisione di rilanciare il business “sembra ragionevole ora che la fortuna sta ricominciando a girare”.