Rai. Niente nomine in Cda. Intanto l’Antitrust avvia istruttoria:’Informazioni ingannevoli’ sul segnale Tv

di Raffaella Natale |

L’Autorità sta indagando anche sull’omessa indicazione dei costi del servizio ‘Risponde Rai’.

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Antenna Rai

Il Cda Rai non farà oggi alcuna nomina. A quanto si apprende, non sarebbero arrivate sul tavolo dei consiglieri le proposte di avvicendamenti da parte della direzione generale entro il termine delle 24 ore dalla riunione convocata per pomeriggio. Le nomine sarebbero state rinviate – a quanto si apprende – in assenza di un quadro condiviso, anche con l’opposizione. La ‘pausa di riflessione’ sarebbe stata decisa anche per consentire all’azienda di concentrarsi sulla partita contratti e sull’appuntamento con gli sponsor della Sipra per la presentazione dei palinsesti autunnali, il 20 giugno a Roma e il 22 giugno a Milano. Oggi il Cda si occuperà di contratti e gestione ordinaria. Ma non è escluso che si parli anche della situazione informativa del Tg1.

 

Intanto l’Antitrust ha deciso di aprire un’istruttoria contro la Rai per pratiche commerciali scorrette, in seguito a una segnalazione di Federconsumatori. Diverse anche le denunce di singoli cittadini arrivate al call center.

Informazioni inesistenti o addirittura ingannevoli sulla copertura del segnale televisivo sia analogico che digitale: sono i comportamenti contestati alla Tv pubblica.

In base alla denuncia e ai primi accertamenti compiuti dagli uffici, in alcune zone del Paese, in particolare in Toscana e in Trentino Alto Adige, i consumatori non riescono a vedere bene i canali Rai. Secondo l’Autorità, l’azienda, con i suoi comportamenti, li avrebbe indotti ad acquistare apparecchiature come antenne o decoder nuovi nella speranza di ottenere una migliore qualità del segnale.

 

L’Antitrust sottolinea che si tratta di spese aggiuntive rispetto al canone annuo che gli utenti non avrebbero sostenuto se fossero stati a conoscenza che la difficoltà o impossibilità di vedere i programmi Rai dipendevano da problemi risolvibili dal concessionario del servizio pubblico.

A queste somme vanno aggiunti, poi, gli oneri derivanti dalla scelta di sistemi televisivi alternativi come il sistema satellitare.

 

Al vaglio dell’Antitrust anche l’omessa indicazione dei costi del servizio “Risponde Rai“, la linea dedicata alle informazioni su tutte le attività Rai pubblicizzata come “numero verde” ma risultata essere servizio a pagamento.