Google sempre più ‘green’. Salgono a 350 mln di dollari gli investimenti nell’energia pulita

di Alessandra Talarico |

Dopo i 168 mln investiti in quella che sarà la più grande centrale solare del mondo, altri 100 mln di dollari saranno destinati alla realizzazione del maggiore parco eolico del mondo.

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Dopo aver annunciato, la scorsa settimana, un investimento da 168 milioni di dollari per lo sviluppo della centrale solare Ivanpah – che dovrebbe essere completata nel 2013 e diventare la centrale solare a torre più grande del mondo, in grado di produrre 392 MW di energia solare pulita – Google ha annunciato un nuovo investimento da 100 milioni di dollari nel parco eolico Shepherds Flat Wind Farm di Arlington, in Oregon.

Anche questo progetto, il cui completamento è previsto nel 2012, dovrebbe ottenere il titolo di maggior parco eolico mondiale.

 

Dopo aver ricevuto il via libera della  Federal Energy Regulatory Commission per l’acquisto e la vendita di energia a prezzi di mercato, Google ha iniziato a spendere pesantemente nel settore delle energie pulite. Sebbene sempre scarno di dettagli, l’annuncio dell’investimento nel progetto Shepherds Flat chiarisce che l’energia prodotta nell’impianto sarà venduta con “un accordo a lungo termine alla Southern California Edison”.

 

Secondo quanto disposto dalle leggi californiane, entro il 2020, le compagnie energetiche dovranno produrre il 33% dell’energia da fonti rinnovabili.

 

Google non è l’unico investitore impegnato nello sviluppo del parco eolico: tra gli altri partner figurano General Electric, Sumitomo Corporation of America e Tyr Energy. Il progetto è curato dalla Caithness Energy, specializzata nella produzione di energia eolica, solare e geotermica.

 

L’annuncio porta il totale degli investimenti Google nel settore delle energie pulite a quota 350 milioni di dollari ed è in parte motivato dalle tecnologie coinvolte: sul blog ufficiale del gruppo si legge che il progetto riveste molta importanza “non solo per le dimensioni e la scala, ma anche perchè verranno utilizzate tecnologie avanzate. Sarà il primo parco eolico commerciale negli Stati Uniti a utilizzare turbine basate su generatori a magneti permanenti, termine tecnico per indicare una tecnologia evoluta che migliorerà l’efficienza, l’affidabilità e le capacità delle connessioni grid”.

Il progetto, avviato alla fine del 2009, dovrebbe costare introno ai 2 miliardi di dollari, con la previsione di generare un ritorno di circa 16 milioni di dollari l’anno.

Riguardo, invece, il progetto Ivanpah Solar Electric Generating System, si tratta di una centrale che sarà composta da 173.000 specchi che convergeranno i raggi solari su una torre – alta più di 130 metri – in grado di generare vapore ad alta temperatura e pressione, utilizzato per far girare le turbine che, a loro volta, genereranno energia. Sarà come togliere dalla strada qualcosa come 90 mila automobili per 25 anni, ha sottolineato la società di Mountain View.

La BrightSource, che coordina il progetto, afferma che la centrale genererà più di 1.000 posti di lavoro nella fase di costruzione e 86 posti a tempo indeterminato al suo completamento.

Gli investimenti di Google nel settore hanno motivazioni ben precise: innanzitutto i bisogni energetici del gruppo sono importanti. Anche se Google non ha mai rivelato il numero e la grandezza dei suoi server, un recente problema a Gmail l’ha portata a rendere noto che il servizio di posta elettronica ‘cloud’ “mantiene diverse copie dei dati, su diversi data center”, oltre a un back-up offline. E l’infrastruttura non è che la punta dell’iceberg per Google, il cui business è incentrato sulla ricerca e la pubblicità.

“Attualmente – ha fatto sapere il gruppo – è impossibile acquistare energia rinnovabile a prezzi accessibili, per cui vogliamo acquistare energia rinnovabile di migliore qualità e a prezzi più convenienti dovunque sia possibile usare i nostri crediti ‘green'”.

Nel mese di febbraio, la divisione Google Energy ha ricevuto l’Ok da parte della Federal Energy Regulatory Commission ad acquistare e vendere energia a prezzi di mercato, come se fosse una utility. Così facendo, non solo Google potrà gestire meglio i costi per alimentare i data center ma potrà anche acquistare energia e rivenderla all’ingrosso.