Apple ‘pesa’ troppo: Nasdaq riduce il valore della società. Rialzi invece per Microsoft e Oracle

di Alessandra Talarico |

Sui mercati secondari, intanto, continua l'exploit di Facebook che nel 2015 potrebbe arrivare a valere non meno di 234 miliardi di dollari.

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Con una mossa che avrà probabilmente ripercussioni su tutto il mercato azionario, Nasdaq OMX ha avviato un ribilanciamento dell’indice Nasdaq-100 volto a riflettere le capitalizzazioni di mercato e che finirà per ridurre il peso di Apple, che attualmente vale circa il 20% dell’indice.
Secondo diverse interpretazioni, quest’operazione è stata dettata in parte dalla crescita apparentemente inarrestabile delle azioni del gruppo californiano, che negli ultimi due anni hanno visto aumentare di 4 volte il loro valore.  Il peso di Apple sarà riportato al 12% del Nasdaq-100, mentre aumenterà quello di Microsoft, che attualmente ha una capitalizzazione di 214 miliardi di dollari.

Il Nasdaq-100 comprende le 100 maggiori imprese non-finanziarie quotate sul Nasdaq ed è un indice ponderato: il peso delle diverse società che lo compongono è basato sulla loro capitalizzazione di mercato, con alcune regole per tener conto delle influenze delle componenti maggiori. A causa del metodo di calcolo dell’Indice, a Apple è stato assegnato un peso doppio rispetto a quello che si sarebbe ottenuto sulla base del numero di azioni quotate. In base al nuovo piano, quindi, il peso della società sarà riportato al valore legato alla sua dimensione.

L’operazione, che riguarderà da vicino gli investitori internazionali, potrebbe implicare una forte pressione di vendita sulle azioni Apple e di tutti i prodotti finanziari che ‘replicano’ la composizione del paniere e che dovranno ricalcolare la loro esposizione.

 

La capitalizzazione di mercato della società dell’iPhone si aggira sui 300 miliardi di dollari, il doppio di quella di Google, ma la sua ponderazione è 5 volte quella del motore di ricerca.

In seguito al ribilanciamento, dunque, la quota di Google sarà del 5,8% e quella di Apple del 12,3%, lasciando comunque al gruppo della mela la porzione maggiore dell’indice. Apple non sarà comunque la sola società a subire le conseguenze di questa operazione: altre 81 aziende vedranno ridurre la loro quota, mentre altre beneficeranno di un aumento della ponderazione: tra queste, Microsoft, il cui peso era stato ridotto 13 anni fa, nell’unica altra operazione di questo genere, passerà dal 3,4% all’8,3%.

Il peso di Cisco passerà dall’1,56% al 3,66%,  quello di Oracle dal 3,32% al 6,68% e quello di Intel salirà al 4,2% dal precedente 1,75%.

 

Continua intanto l’exploit di Facebook sui mercati secondari: secondo l’analista Lou Kerner, di Wedbush Securities, la rete sociale arriverà a valere non meno di 234 miliardi di dollari entro il 2015. Per quella data, la società dovrebbe generare un giro d’affari di 22 miliardi di dollari e un Ebitda di 11 miliardi. La pubblicità costituirà il 70% dei profitti.