A Cuba arriva la fibra ottica: prezzi più bassi e connessioni più veloci. Progresso tecnologico o nuovo strumento di controllo?

di Raffaella Natale |

Per il momento l’accesso alla rete sarà riservato solo a fini sociali e riguarderà istituzioni, università e alcune categorie di professionisti come i medici e i giornalisti.

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Yoani Sanchez

Grazie a un cavo sottomarino proveniente dal Venezuela, da questa settimana Cuba potrà godere di una connessione internet molto più veloce in fibra ottica. Si realizza così un sogno per la maggior parte di quei cubani sprovvisti di accesso alla rete proprio mentre sul web infuria la guerra ideologica.

Simbolo politico oltre che di progresso tecnologico, il cavo sottomarino – che dovrebbe arrivare oggi sulle coste cubane – contribuirà allo sviluppo dell’isola dove fino a oggi i collegamenti alla rete, via satellite, sono stati lenti e molto costosi. Secondo i dati ufficiali, solo un cubano su dieci si collega a internet.

Il viceministro dell’Informatica, José Luis Perdomo, ha spiegato ieri che il cavo non è una “bacchetta magica” e sarà necessario investire ancora nelle infrastrutture per portare internet in tutte le case.

In ogni caso, Perdomo ha precisato che non vi è alcun “ostacolo politico” a questa apertura, sebbene per il momento l’accesso alla rete sarà riservato solo a fini sociali e riguarderà istituzioni, università e alcune categorie di professionisti come i medici e i giornalisti.

La scorsa settimana, il viceministro aveva sottolineato che “la priorità è di proseguire la creazione di centri di accesso collettivi e di rafforzare i collegamenti dei centri di ricerca scientifici, universitari e medici“.

Si potrà, invece, leggere la propria posta elettronica collegandosi dai diversi cybercafè presenti nel Paese al costo di 1,2 euro l’ora.

I grandi alberghi offrono già, ovviamente, l’accesso internet ai propri clienti, ma si tratta di offerte rivolte soprattutto agli stranieri visto che costano 5 euro l’ora. Un prezzo proibitivo per la gente del posto visto che uno stipendio medio è di 20 euro al mese.

Difficoltà che blogger e altri dissidenti si stanno sforzando di aggirare rivolgendosi a provider esteri per i propri siti.

Le autorità cubane non vedono di buon occhio questi tentativi che definiscono “sovversivi” e che, secondo loro, sono mobilitati dagli Stati Uniti attraverso reti sociali come Facebook e Twitter.

Da una settima, circola in rete un video di quasi un’ora nel quale un esperto internet cubano, non identificato, spiega a un parterre di funzionari (probabilmente del ministero degli Interni) come “il nemico” americano stia sostenendo la cyber-war contro Cuba. (Guarda il Video)

L’esperto, citando il caso della blogger Yoani Sanchez (sul suo sito molto critica nei confronti del governo cubano), informa la platea che si sta organizzando un rete di “mercenari virtuali” che non hanno nulla a che vedere con i rivoluzionari tradizionali.

Ovviamente si spera che passando alla fibra si ridurranno i prezzi delle connessioni. Così commenta Yenier Garcia, un operaio di 36 anni in fila davanti a un cybercafè per inviare una mail a un amico svizzero.

Ma dalle pagine del proprio blog, Yaoni Sanchez ha già espresso le proprie perplessità: “La fibra porta già il marchio del proprietario e della sua ideologia politica. Questo cavo sottomarino mi pare più destinato a controllarci che a collegarci col resto del mondo”.

“Tuttavia grazie ai collegamenti in fibra ottica sarà ancora più difficile convincere i cubani che non possono avere YouTube, Facebook, Gmail” a portata di clic.

Nessuno – ha concluso la Sanchez – potrà impedirci di usare questo cavo per fare qualcosa di diverso rispetto ai piani di coloro che l’hanno comprato”.