eSearch. Dopo le dichiarazioni di Google, la Ue chiarisce: ‘Nessun accordo, indagine ancora in corso’

di Raffaella Natale |

‘La Commissione sta conducendo un’indagine approfondita che non è terminata’, ha dichiarato la portavoce Ue Amelia Torres.

Unione Europea


Google

Le indagini antitrust avviate dalla Commissione Ue su Google, accusata di abuso di posizione dominante nella ricerca online, sono ancora in corso. Lo ha riferito la portavoce Ue Amelia Torres.

“La Commissione sta conducendo un’indagine approfondita che non è terminata“, ha dichiarato la portavoce incaricata delle questioni antitrust presso la Commissione.

Proprio ieri erano circolate delle informazioni sulla stampa che parlavano della volontà della società americana di accordarsi con la Ue per giungere a una soluzione accordata, evitando sanzioni e lungaggini burocratiche.

 

L’indagine è stata aperta dopo la denuncia di alcune web company secondo cui i loro servizi sarebbero stati penalizzati nei risultati di ricerca a pagamento e gratuiti in favore dei servizi della stessa Google.

L’avvio della procedura formale non vuol dire che la Commissione abbia le prove dell’esistenza di una infrazione, ma soltanto che verrà effettuata un’inchiesta approfondita sul dossier, e in maniera prioritaria.

 

L’esecutivo, in particolare, sta indagando per appurare se Google abbia veramente abusato della propria posizione dominante nel campo delle ricerche su internet facendo scivolare in basso nei risultati di ricerca i servizi dei concorrenti, come ad esempio alcuni siti di comparazione dei prezzi (noti anche come servizi di ricerca verticali) concedendo, invece, un “piazzamento privilegiato” ai propri. La Commissione sta anche appurando se, come sostengono i concorrenti, Google abbia volontariamente degradato il Quality Score (il punteggio sulla qualità è uno dei fattori che determina il prezzo pagato a Google dagli advertiser) dei servizi di ricerca verticale concorrenti nei risultati di ricerca a pagamento, quelli cioè che compaiono in alto a destra nella pagina dei risultati.

 

Altro filone dell’inchiesta Ue riguarda le accuse secondo cui Google imporrebbe clausole di esclusività ai partner pubblicitari, impedendo loro di mettere alcuni tipi di annunci pubblicitari forniti dai concorrenti sulle loro pagine, con l’obiettivo di escludere gli strumenti di ricerca dei competitor. La Commissione sta, infine, indagando sulle accuse concernenti la restrizione della portabilità delle campagne pubblicitarie online verso le piattaforme concorrenti.

 

La società aveva già fatto sapere di essere pronta a collaborare con l’Antitrust europeo: “sappiamo bene che si può sempre migliorare, e per questo collaboreremo con la Commissione per rispondere a qualunque preoccupazione”.