Google Vs Bing: Microsoft risponde alle accuse di plagio, ‘Usiamo solo i dati che gli utenti decidono di condividere’

di Alessandra Talarico |

La società di Redmond si difende dalle accuse di copiare i risultati di Google: 'Come molte altre aziende usiamo l'intelligenza 'collettiva' per migliorare i nostri servizi'.

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Microsoft Bing

Si apre un nuovo fronte nella battaglia tra Microsoft e Google, con il gruppo di Mountain View che accusa il rivale di copiare i suoi risultati di ricerca.

“Alcuni risultati di Bing somigliano sempre più a una versione incompleta e non aggiornata di quelli Google”, ha affermato Amit Singhal, uno degli ingegneri che si occupano dei sistemi di ricerca Google, sottolineando che Bing starebbe effettuando una “imitazione a basso costo” dei risultati di ricerca Google.

 

Microsoft ha prontamente smentito le accuse, che altro non sarebbero che “una tattica creativa del concorrente, basata su alcuni casi ‘anomali’ e che noi prenderemo come un complimento”.

La qualità e l’efficacia dei risultati di ricerca dipendono dagli algoritmi utilizzati dai diversi sistemi.

“Nel nostro algoritmo di classificazione dei risultati – ha spiegato il vicepresidente corporate di Bing  Harry Shrumusiamo oltre 1000 segnali diversi e come primo input per migliorare la user experience utilizziamo i dati che gli utenti decidono di non lasciare anonimi”.

Secondo Shrum, utilizzare i dati relativi alle ricerche per rifinire i servizi offerti agli utenti riflette una pratica comune nell’ecosistema internet: sono molte, infatti, le web company che attingono a questa sorta di ‘intelligenza collettiva‘.

“Non abbiamo copiato niente – ha affermato ancora – ma abbiamo ‘imparato’ dai dati che gli utenti hanno deciso di condividere” e che vengono ‘catturati’ dal browser Internet Explorer 8 e dalla toolbar, che rimandano i dettagli dei ‘click’ a Microsoft, ma solo nel caso in cui siano gli utenti ad abilitare la condivisione.

Questi dati sui click, ha affermato ancora Shrum, appartengono agli utenti che usano i motori di ricerca, i quali “possono farne quel che vogliono e se vogliono condividerli con un altro motore di ricerca, perché no?”

 

Secondo Google, tuttavia, non tutti gli utenti sono consapevoli di questa ‘condivisione’ e la conferma del plagio arriva dal fatto che gli ingegneri – sospettando del rivale – hanno iniziato a inserire risultati random per una serie di termini ‘improbabili’ come “hiybbprqag” (che in questo caso riportava a un piano di sistemazione dei posti in un teatro di Los Angeles): “in  un paio di settimane, i risultati così inseriti hanno fatto la loro comparsa anche su Bing”, si legge in una nota ufficiale di Google, in cui la società afferma di accogliere di buon grado la concorrenza leale e ribadisce che “Bing ricicla i risultati di ricerca di un concorrente”.

 

Matt Cutts, responsabile per la qualità della ricerca Google, ha definito la pratica di Microsoft ‘folle’ e ha sfidato il gruppo di Redmond a rivelare quanti dati abbia raccolto dagli utenti Google e come queste informazioni siano state utilizzate per determinare i risultati di Bing.

 

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Hitwise, Google, pur mantenendo la leadership assoluta del mercato della ricerca Usa, comincia a perdere quota propria a vantaggio di Bing, che raccoglie i frutti della sua alleanza con Yahoo! A dicembre, Google è scesa per la prima volta sotto la barra del 70% al 69,6%, perdendo in un anno il 2,1%. Bing continua invece a crescere passando dal 9,3% di fine 2009 al 10,6% di fine 2010 e guadagnando in un anno il 14% di traffico.