Telecom lascia Cuba. Franco Bernabè: ‘chiusa la fase di dismissioni, azienda può tornare a guardare al futuro’

di Alessandra Talarico |

La quota del 27% nell'operatore cubano Etcsa ceduta alla finanziaria Rafin per 706 milioni di euro. Agli analisti preoccupati per l'andamento del titolo, Bernabè risponde: 'Abbiamo realizzato un poker d'assi'.

Italia


Etecsa

Nell’ambito del processo di dismissione delle attività non strategiche, Telecom Italia ha ceduto la propria partecipazione nell’operatore cubano Etecsa, di cui controllava una quota del 27%.

La quota Telecom Italia è stata acquistata per  706 milioni di dollari dalla finanziaria cubana Rafin e, in base ai termini dell’accordo approvato dal governo, 500 milioni di dollari sono già stati versati, mentre il resto verrà pagato – a vario titolo – in 36 rate mensili garantite.

Con questa cessione, ha dichiarato l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, “si conclude la fase di dismissioni e razionalizzazione del portafoglio di Telecom Italia”, prevista dal piano industriale 2009-2011 e che ha portato alla vendita della controllata tedesca Hansenet agli spagnoli di Telefonica per 1 miliardo di euro e della divisione BBNed, che si occupa della fornitura di servizi wireline nei Paesi Bassi, a Tele2 per 50 milioni di euro.

Chiusa questa fase e raggiunti gli obiettivi prefissati, ha affermato ancora Bernabè,  si apre ora “una fase diversa” in cui la società si concentrerà sulle partecipazioni in Argentina e Brasile, entrambe “con una forte potenzialità in espansione e di cui abbiamo il controllo diversamente dalle altre partecipazioni che erano finanziarie. Questo – ha aggiunto – ci restituisce una prospettiva internazionale in America latina, in Brasile e Argentina con un mercato in crescita”.

A crescere, intanto, è anche l’attesa per il prossimo cda in cui dovranno essere approvati i conti relativi all’ultimo trimestre e a tutto il 2010 e in cui dovrebbe essere aggiornato il piano strategico, che comunque dovrebbe restare focalizzato sul contenimento dei costi e la riduzione del debito.

 

Rispondendo alle preoccupazioni degli analisti sulle performance del titolo – secondo Equita ‘non si aspettano concreti segnali di stabilizzazione del mercato domestico nel primo semestre 2011’ mentre JP Morgan non considera l’azione attraente e ha mantenuto un rating underweight con prezzo obiettivo a 1,15 euro – Bernabè, a margine della cerimonia per la premiazione della strategia di Customer Centric, ha quindi affermato che Telecom Italia ha realizzato “un poker d’assi”, raggiungendo  “tanti degli obiettivi che si era dati” e ottenendo un “miglioramento della qualità e un notevole miglioramento dell’efficienza”.

“I costi – ha osservato l’ad – sono stati ridotti di 4 miliardi in tre anni” e questi risparmi sono stati trasferiti totalmente ai consumatori “in termini di riduzione dei prezzi e oggi la nostra offerta è la migliore sul mercato”.

In linea con gli obiettivi del piano strategico triennale, ha quindi spiegato, “l’indebitamento è stato ridotto in modo molto consistente in tre anni con una cifra vicina ai 5 miliardi”.

L’azienda, ha concluso Bernabè, è tornata ad avere una dimensione internazionale e può “tornare a guardare al futuro”.

Oggi, Telecom Italia ha ricevuto da ICIM la certificazione UNI EN15838:2010 dei propri contact center 187 e 119, dedicati rispettivamente alla telefonia fissa e a quella mobile, diventando cosi’ il primo operatore telefonico in Italia e tra i primi in Europa ad avere servizi di Customer Care certificati.

Anche questo è per Bernabè un risultato importante perché frutto “dell’indirizzo strategico del Gruppo che pone il cliente al centro dell’azienda attraverso l’adozione di modelli di caring evoluti che hanno come obiettivo la sua valorizzazione e la costruzione di una relazione di reciproca soddisfazione”.