Milleproroghe: via libera al Codice dell’Amministrazione digitale e alla liberalizzazione del Wi-Fi

di Antonietta Bruno |

Per il ministro Giorgia Meloni si tratta di 'una piccola grande rivoluzione'. 'Un risultato raggiunto grazie all'aiuto di tutti coloro che hanno condiviso la stessa battaglia'.

Italia


Consiglio dei Ministri

E’ stato approvato stamattina in via definitiva, a termine del Consiglio dei Ministri – già positivamente pronunciatosi sul decreto legge Milleproroghe – il nuovo Codice dell’amministrazione digitale che fa seguito al decreto legislativo 82/05 varato nel 2005 dal ministro Lucio Stanca e alla riforma della Pubblica Amministrazione attuata con il decreto 150/2010, che ha di fatto introdotto meritocrazia e premialità. A darne notizia, è stato il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta che nell’occasione ha anche ribadito come “la digitalizzazione della pubblica amministrazione è una delle missioni fondamentali del programma di governo”.

Il nuovo CAD coerente con il piano eGovernment 2012 e destinato a diventare obbligatorio per tutte le amministrazioni entro il termine massimo di un anno e mezzo, rappresenterà quell’utile strumento di dialogo per via telematica, tra Ente, imprese e cittadini. Inoltre, con l’approvazione del CAD, ci sarà un sostanziale calo dei costi per l’acquisto della carta poiché alla trasparenza e alla migliore produttività delle operazioni si va ad aggiungere la riduzione, fino alla definitiva scomparsa, probabilmente, dei classici e polverosi faldoni.

Tra le novità introdotte dall’approvazione del nuovo codice, non mancheranno poi l’avvio di misure premiali e sanzionatorie, nonchè incentivi per tutte quelle amministrazioni virtuose che faranno propri tutti gli strumenti previsti dal Codice per ridurre costi e sprechi in generale.

 

Nell’ambito del decreto Milleproroghe è stato anche deciso di non prorogare ulteriormente la validità  del decreto Pisanu, risalente al 2005 e varato in seguito agli attentati terroristici di Londra e Madrid, nella parte in cui imponeva ai gestori di locali pubblici e privati che forniscono accesso a internet, di richiedere e fotocopiare i documenti degli utenti e di conservarli in un archivio cartaceo. Prorogato invece fino al 31 dicembre 2011 l’obbligo di comunicare al questore l’apertura di un Internet point, ma solo se la fornitura del servizio di accesso alla rete costituisce l’attività principale dell’esercizio.

 

Le disposizioni contenute nell’articolo 7 del decreto Pisanu, che non avevano eguali nel mondo occidentale, erano state fortemente criticate nei mesi scorsi perchè in grado di ostacolare lo sviluppo di internet mobile, impedendo l’accesso ‘libero’ alla rete e precludendo agli utenti, quindi, la possibilità di sedersi al tavolino di un bar e connettersi alla rete con il proprio portatile. Una consuetudine per i cittadini di tutte le nazioni sviluppate, ma “vietata in Italia da una legge che per i suoi stessi proponenti si è dimostrata di scarsissima utilità per il contrasto al terrorismo, a fronte di ostacoli molto gravosi per la diffusione del libero accesso alla rete e, dunque, per lo sviluppo stesso del Paese”.

 

La decisione è stata accolta con soddisfazione dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che l’ha definita “una piccola grande rivoluzione”. “Il risultato del libero accesso al Wi-Fi – ha affermato la Meloni – è stato raggiunto anche grazie a tutti coloro che nel governo hanno condiviso la nostra battaglia: in primis il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta. Un grazie particolare va anche al ministro dell’Interno Roberto Maroni per aver colto la fondatezza delle tesi di chi chiedeva l’abrogazione di queste norme”.

 

Sull’approvazione del decreto Milleproroghe da parte del Consiglio dei Ministri, è intervenuto anche il senatore del Pd e vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato Luigi Lusi, secondo cui il decreto all’attenzione del Cdm abrogherebbe “alcune importanti norme utili a rintracciare e perseguire le attività criminose attraverso internet”.

Secondo Lusi, dunque, l’attuale governo cancellerebbe norme importantissime per il contrasto non solo alla microcriminalità, ma soprattutto a quella organizzata e internazionale che sempre più spesso “promuove e organizza la propria attività utilizzando internet e i più moderni canali di comunicazione’.